“Cupola degli appalti”: condanna a due anni e due mesi per Antonio Rognoni
Era l'unico indagato della cosiddetta "Cupola degli appalti" ad aver scelto la strada del processo, senza patteggiamento. Adesso per l'ex direttore generale di Infrastrutture lombarde, Antonio Rognoni, è arrivata la condanna in primo grado: due anni e due mesi con le accuse di corruzione, turbativa d'asta e rivelazione di segreto d'ufficio. Reati che però riguardano solo un appalto, quello della Città della salute (progetto di riqualificazione dell'area ex Falck a Sesto San Giovanni), e non, dunque, la gara per le "architetture di servizi" per l'Expo.
È anche per questo che la pena inflitta a Rognoni, ex numero uno della centrale di appalti più importanti della Regione Lombardia, è stata inferiore a quella richiesta dal pubblico ministero Eugenio Fusco: 5 anni. Oltre alla condanna – contro cui il legale di Rognoni ha già annunciato che farà ricorso – l'ex dg di Ilspa dovrà risarcire 30mila euro di danni alla Regione e 70mila alla stessa Infrastrutture lombarde: Rognoni sarà anche interdetto dai pubblici uffici per tutta la durata della pena.
La Cupola degli appalti: sei patteggiamenti e una condanna
Con la condanna (seppure in primo grado) di Rognoni si chiude, almeno provvisoriamente, lo scandalo della "Cupola degli appalti", che aveva fatto gridare in tanti a una nuova Tangentopoli. La vicenda si è in realtà chiusa in sordina con sei patteggiamenti e una condanna. Hanno patteggiato l'ex Dc Gianstefano Frigerio (3 anni e 4 mesi) e l'ex Pci Primo Greganti (3 anni), già protagonisti, in passato, della stagione di Tangentopoli. Patteggiamenti anche per l'ex senatore del Pdl Luigi Grillo (2 anni e 8 mesi), l'imprenditore Enrico Maltauro (2 anni e 10 mesi), l'ex esponente ligure dell'Udc Sergio Catozzo (3 anni e 2 mesi) e l'ex manager di Expo Angelo Paris, che ha patteggiato 2 anni, 6 mesi e 20 giorni oltre a un risarcimento alla stessa società Expo di 100mila euro.