Cremona, presepe con cammello e lama: protestano gli animalisti
In origine erano il bue e l'asinello. Poi, però, sono arrivati anche un cammello, un lama, capre, oche e maialini. Tutti questi animali, vivi e vegeti, avrebbero dovuto fare parte di un presepe vivente in un piccolo paese in provincia di Cremona. Ma le proteste degli animalisti hanno fatto desistere, almeno in parte, il parroco locale, don Francesco Ruini, che ne ha restituiti alcuni all'azienda da cui provenivano. Il paese in questione, neanche a farlo apposta, si chiama Scannabue. Ogni anno, come racconta Il Giorno, sul sagrato della chiesa si fa un presepe con la presenza di animali locali ed esotici, forniti da un'azienda della zona. Tutto in regola secondo il Comune e anche per la magistratura: l'azienda fornitrice è infatti al centro di un'inchiesta e gli animali in questione sono sottoposti a un sequestro conservativo, ma nulla vieta il loro spostamento.
La protesta degli animalisti
Agli animalisti, però, le vicende processuali degli animali non interessano: lamentano invece le condizioni nelle quali sarebbero dovuti rimanere fino al 6 gennaio i "protagonisti" del presepe, al freddo e in recinti molto piccoli. Da qui la decisione di tempestare di e-mail sindaco, parroco e giornali per gridare allo scandalo. Dopo neanche 24 ore dal mailbombing, la loro protesta ha portato i primi frutti: don Ruini ha infatti deciso di restituire parte degli animali all'azienda fornitrice. Una decisione che non è però piaciuta al sindaco del piccolo centro, Lino Bertoni: "Per quel che mi riguarda il presepe con gli animali veri è una bella attrazione, specie per i bambini e non ho dubbi che questi animali saranno accuditi come si deve". Il primo cittadino, che è più volte andato nei pressi del recinto per sincerarsi delle condizioni in cui si trovano gli animali, ha annunciato che nella giornata di giovedì sarà presa una decisione definitiva sulla vicenda insieme al parroco.