35 CONDIVISIONI

Cosa sta succedendo al Giardino dei giusti di Milano

Sta facendo molto discutere in questi giorni a Milano lo stop imposto dal ministero dei Beni culturali al progetto di riqualificazione del Giardino dei giusti al Parco Monte Stella di San Siro. In tanti vedono nella decisione del ministro Bonisoli di bloccare dei lavori già avviati da tempo la volontà politica di interferire nelle vicende milanesi.
A cura di Francesco Loiacono
35 CONDIVISIONI
I lavori interrotti al Giardino dei giusti (LaPresse)
I lavori interrotti al Giardino dei giusti (LaPresse)

Polemiche, presidi di comitati di cittadini, interventi di intellettuali e uno scontro, l'ennesimo, tra Milano e il governo targato Lega e Cinque stelle. Motivo del contendere il progetto di riqualificazione del "Giardino dei Giusti" al Monte Stella, la montagnetta realizzata dall'architetto Piero Bottoni con le macerie dei palazzi milanesi bombardati durante la Seconda guerra mondiale. Cosa sta succedendo esattamente? Proviamo a riassumerlo. Il Giardino dei giusti esiste già dal 2003 e dal 2008 è gestito da un'associazione appositamente costituita dal Comune di Milano insieme all'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e al Comitato Foresta dei Giusti-Gariwo, presieduto da Gabriele Nissim. È un luogo dedicato alla memoria di tutte quelle persone che si sono opposte ai genocidi e alle barbarie avvenute durante il secolo scorso, a ognuna delle quali è dedicato un ciliegio selvatico piantato nel giardino.

Il progetto di riqualificazione contestato

Dal 2012 si è iniziato a parlare di un progetto di riqualificazione del giardino e sono iniziati i problemi, con alcuni cittadini che hanno accusato l'associazione di voler gettare "colate di cemento" sul Monte Stella. Come spiegato in questi giorni da Gariwo, gli interventi riguardano una superficie di poco più di mille metri quadri sugli ottomila destinati al Giardino dei Giusti e sui 330mila complessivi del Monte Stella. I lavori previsti sono a carico all’Associazione e hanno un costo di 800mila euro. I tempi di realizzazione stimati sono di quattro mesi, anche se adesso bisognerà naturalmente capire cosa accadrà. I lavori prevedono la realizzazione di nuovi percorsi in pietra che sfociano in un auditorium all’aperto in grado di ospitare circa duecento persone: "Non essendoci più spazio per la piantumazione di nuovi alberi, inoltre, abbiamo dovuto progettare dei piccoli muretti dove, come è accaduto a Yad Vashem per gli stessi motivi, possiamo inserire i nomi dei personaggi onorati", ha spiegato Nissim. La superficie aggiuntiva da pavimentare è pari a 700 metri quadri: per lo più verranno usate pietre mentre il cemento tanto temuto verrà utilizzato solo per pochi metri quadrati, per garantire l’ancoraggio dei portali di ingresso e dell’albero che sorgerà al centro del "giardino del dialogo", una delle tre tappe in cui sarà suddiviso il tracciato.

"Dal 2012, quando si è cominciato a parlare di questa riqualificazione, si sono svolte molte discussioni, tra cui 4 conferenze dei servizi, diversi dibattiti in Municipio 8, almeno 5 incontri con i Comitati cittadini in Comune, 3 approvazioni della Giunta del Comune di Milano", spiega l'associazione Giardino dei giusti sul proprio sito. Nel 2015 inoltre il Tar aveva bocciato il ricorso presentato da alcuni comitati cittadini: nonostante il via libera l'associazione ha proseguito il dialogo con tutti gli interlocutori arrivando a un nuovo progetto, quello attuale, che ha ottenuto il parere favorevole della Sovrintendenza lombarda archeologica, belle arti e paesaggio, del Consiglio di Municipio 8, di tutti i settori coinvolti dell'amministrazione comunale in sede di conferenza di servizi e anche dalla sezione milanese di Italia Nostra che aveva promosso il ricorso al Tar.

Lo stop da parte del ministero

La mattina del 13 febbraio però i lavori di riqualificazione, nel frattempo iniziati, sono stati bloccati dalla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio di Milano, su pressione del ministero dei Beni culturali. Cosa è avvenuto? Che al vincolo paesaggistico inizialmente preso in esame per il Monte Stella (e rispetto al quale le valutazioni del progetto erano state positive) si è aggiunto quello storico, per il quale il ministero ha attivato le procedure solo nelle scorse settimane. C'è chi vede strano (o quanto meno tardivo) interesse per l'innegabile valore storico della montagnetta di San Siro una vera e propria entrata "a gamba tesa" del ministro Alberto Bonisoli nelle vicende milanesi, come esplicitato da una nota di Gariwo: "Ci chiediamo dove sia la certezza del diritto in un caso come questo. Si tratta di una procedura illegittima in quanto applica retroattivamente un regime di vincolo a un intervento già debitamente autorizzato dal Comune di Milano e i cui lavori sono iniziati da tempo, e di un attacco agli organismi amministrativi e all’autonomia di Milano, capofila degli oltre cento Giardini dei Giusti in Italia e nel mondo, e alla Giornata dei Giusti dell’Umanità, riconosciuta come solennità civile dal nostro Parlamento nel 2017. Il 14 marzo – prosegue Gariwo – vogliamo onorare i nuovi Giusti, ma con questo atto politico, a tre settimane dalla cerimonia, si vuole impedire la riqualificazione del Giardino e la posa delle nuove targhe". Il ministro ha replicato dicendo che il "Giardino dei giusti si farà" (ma c'era già), ma ha annunciato che probabilmente vi saranno dei cambiamenti in corso d'opera al progetto. Lunedì ci sarà un incontro al ministero a Roma durante il quale verranno discusse queste modifiche. Fino ad allora i lavori al Monte Stella sono sospesi: dietro le cesate restano la pavimentazione incompleta e un cantiere lasciato tristemente a metà.

35 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views