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Corteo per Ramelli: indagato per manifestazione fascista Gianluca Iannone, fondatore di CasaPound

Gianluca Iannone è il leader del partito di estrema destra CasaPound che ieri era in prima fila alla celebrazione per la commemorazione di Sergio Ramelli. Il passato nel gruppo naziskin, la nuova creatura politica, le condanne per la rissa al concerto della sua band Zerozeroalfa, per il “pugno futurista” a un giornalista e il pestaggio di un carabiniere. E ora una nuova inchiesta per manifestazione fascista e non autorizzata.
A cura di Salvatore Garzillo
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È il leader dei “neofascisti del terzo millennio”, l’autore dello “schiaffone futurista” al giornalista Filippo Rossi, il frontman della band “Zerozeroalfa” con il nome d’arte Sinevox (con cui ha pubblicato 8 dischi dal 1997), il direttore di Radio Bandiera nera. Sopra ogni cosa, però, Gianluca Iannone è il padre fondatore di CasaPound, il gruppo di estrema destra nato il 26 dicembre 2003 con l’occupazione abusiva di un palazzo dell’Esquilino a Roma per trasformarlo nel primo centro sociale di ispirazione fascista, e diventato partito politico nel giugno 2008.

Testa rasata, lunga e folta barba, spesso occhiali scuri, Iannone è stato membro del Movimento politico occidentale, una formazione naziskin fondata nel 1984 a Grottaferrata e sciolta nel 1993 a seguito della legge Mancino, oltre che per una serie di condanne per atti violenti. Esperienza formativa ma lontana nel tempo, oggi Iannone è l’anima portante di un movimento da anni al centro di polemiche che lui tenta puntualmente di ridimensionare. In un’intervista rilasciata nel 2012 a “L’Espresso” provò a ribaltare tutti i luoghi comuni sui suoi neofascisti del terzo millennio (definizione offerta da un giornalista e da lui sposata in pieno): disse che il fascismo era stato un regime “a seconda dei punti di vista” e che, a suo avviso, in quell’epoca c’era più libertà d’espressione; ma ebbe il coraggio di definire un grave errore le leggi razziali e ribadì che la xenofobia era completamente assente dalla dialettica di CasaPound. Dichiarò anche che il suo movimento non è “contro l’immigrato che si veste diverso o che prega un altro Dio” e che CasaPound era vittima a livello mediatico dell’estetica neofascista (compresi razzismo e omofobia).

Ieri Iannone era in prima fila in viale Romagna, al corteo per la commemorazione di Sergio Ramelli che è sfociato in un inedito contrasto con le forze dell’ordine. Era tra quelli che hanno violato il divieto imposto dalla questura e per questo, secondo quanto annunciato dalla Digos, finirà nel registro degli indagati assieme a molti altri per manifestazione fascista e manifestazione non autorizzata. Non è la prima volta che il suo nome finisce in un atto giudiziario.

La rissa al concerto e il pugno "futurista"

Nel 2008 è stato condannato a 10 mesi per rissa assieme ad altre quattro persone per i disordini scoppiati l’8 dicembre 2001 all’interno del Teatro Piccolo di Sulmona, dove era in corso il concerto degli Zerozeroalfa. La miccia fu accesa dall’ingresso di un gruppetto di ragazzi di sinistra. Anche a seguito di questo episodio le date della band sono sempre anticipate da richieste da contestazioni (più della politica parlata che di quella antagonista), come è accaduto per il concerto milanese del 23 marzo scorso, giorno del centenario della fondazione dei Fasci di Combattimento.

Nel 2009 è stato condannato a 4 anni per aver picchiato un carabiniere in borghese in occasione dell’anniversario della morte di Benito Mussolini a Predappio. Secondo quanto ricostruito dalla procura, il militare intervenne per sedare una discussione tra la guardia d’onore e un visitatore che a loro dire era vestito in maniera poco consona. Qualche ora dopo il carabiniere venne raggiunto in un bar e preso a calci e pugni dal gruppo vestito con giubbotti verdi e anfibi.

Il 15 maggio 2018 una nuova condanna, stavolta per lesioni, con multa di 800 euro, il pagamento di 1.508 euro di spese legali e la provvisionale di 1.500 euro. Tutto per il pugno sferrato a Filippo Rossi, direttore del quotidiano on line “il Futurista” e direttore artistico del festival “Caffeina” di Viterbo. L’aggressione avvenne la notte del 14 luglio 2012, proprio durante l’evento. Rossi disse che si era trattato di un’aggressione politica, Iannone la spiegò così:

«Quante storie per uno schiaffone futurista. Si è trattato solo di una discussione tra vecchi amici che amici non sono più, in cui la ricerca di un chiarimento verbale è finita in un gesto di marinettiana memoria, dopo che Rossi, ha ripetutamente diffamato il nostro movimento».

Il blitz a "Chi l'ha visto?"

Iannone guida anche il blitz nella sede Rai di Roma all’inizio del novembre 2008, un’azione che aveva l’obiettivo di fare irruzione nella trasmissione “Chi l’ha visto?”, colpevole di aver mandato in onda i primi piani dei militanti di Blocco Studentesco (legato a CasaPound) coinvolti nell’aggressione a un gruppo di altri giovani che manifestavano contro il decreto Gelmini in piazza Navona. Il gruppo entra nel cortile ma non arriva alla redazione. Anche in quel caso, sul "Corriere della Sera", Iannone ridimensiona l’episodio parlando di “passeggiata dimostrativa”:

«La nostra è stata una corsa futurista all’interno di via Teulada. Eravamo tutti a volto scoperto e quello che volevamo era esclusivamente un incontro con Federica Sciarelli e la redazione del programma per chiedere loro se si assumevano le responsabilità morali di quanto accadrà da qui a breve se non si cambia direzione».

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