Corrado Fumagalli si racconta dopo la condanna: dalle feste con i vip al tentato suicidio
Dalle feste vip con calciatori e presidenti di squadre di serie A al suo amore per il voyeurismo e per la trasgressione, che per lui però non è altro che normalità occultata da incomprensibili tabù. Dal dolore per la scomparsa della moglie brasiliana a un altro dramma privato, il tentato suicidio del 2011. Corrado Fumagalli, noto presentatore delle tv locali, si è raccontato in un'intervista a tutto tondo sull'edizione di Bergamo del Corriere della sera.
L'intervista arriva all'indomani della condanna a due anni (con pensa sospesa) per prostituzione minorile, dopo che Fumagalli è rimasto coinvolto in un'inchiesta coordinata dal sostituto procuratore di Brescia Ambrogio Cassiani. Il pubblico ministero aveva chiesto due anni e otto mesi. Nonostante la pena inferiore inflitta dal giudice, l'avvocato del presentatore, Benedetto Maria Bonomo, ha già anticipato che ricorrerà in appello. E il motivo lo ribadisce lo stesso Fumagalli: "Credevo fossero entrambi maggiorenni, lo dirò anche in appello", dice a proposito dei due ragazzini di 16 e 17 anni che lo hanno fatto finire nei guai.
Molte delle cose rivelate da Fumagalli al Corriere sono già note, e fanno parte della strategia difensiva che è stata sempre la stessa, fin da quando a febbraio di quest'anno l'inventore del "Sexy bar" è finito ai domiciliari nella sua villa di Pognano, nel Bergamasco. I passaggi più interessanti dell'intervista riguardano invece gli aspetti più intimi di Fumagalli, che aiutano a raccontare un personaggio sulle scene da decenni, associato sempre al sesso ma che ha iniziato a lavorare in radio a 16 anni ed è stato anche direttore di Inter channel. I vestiti sempre neri (seguendo un suggerimento di Maurizio Costanzo), l'amore per i cani, i fiori e la cucina, l'attrazione per donne, uomini e trans. Un trisex, come si definisce: "Perché mettere delle etichette?".
Il tentativo di suicidio nel 2011
Fumagalli è stato toccato da diversi drammi familiari: il più grave la morte della moglie brasiliana, scomparsa l'anno scorso a 53 anni. Ha anche toccato l'abisso del tentato suicidio, ingerendo diverse pillole: "Nel 2011 c’è stata una forte crisi. Avevo comprato Inter tv, ma è andata male. Ho dovuto lasciare a casa persone che si erano licenziate per lavorare con me. Un peso insopportabile. Mi ha trovato mia sorella, mi sono svegliato in ospedale. Il dottore disse che se avessi preso una pastiglia in più…".
Adesso, in attesa dell'appello, è tornato un uomo libero, anche se la brutta vicenda nella quale è incappato lo ha inevitabilmente segnato, specie per alcuni termini che giornali e tv hanno usato per raccontarla: "So di aver sbagliato e per questo pago. Ma non faccio troppi calcoli, ho sempre aperto la mia casa alle persone. La cosa che mi fa più male è passare per uno che chatta in cerca di ragazzini. Se lei sale al piano di sopra trova un armadio pieno di cd, c’è di tutto, ma nulla sui minorenni. No, pedofilo no, non sono questo – dice, e ribadisce il concetto in un altro passo dell'intervista -: Per me adescare bambini è peggio che essere un assassino. Su quello che fanno gli adulti non ho paletti, proprio io, figuriamoci. A fine programma dicevo: divertiteti tra adulti consenzienti".
Per evitare ulteriori problemi ha deciso di dare un taglio alle feste che organizzava nella sua villa: "Venivano persone note, calciatori e presidenti di squadre di serie A, ma i nomi non si fanno". Ed è invece tornato alla sua vita normale: un caffè al centro commerciale, la visita alla madre, il lavoro.