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Coronavirus, sindaco di Castiglione d’Adda: “Nostro sacrificio non sia vano. Emergenza c’è ancora”

Punta il dito contro il ministero della Salute, la regione Lombardia e anche la Prefettura il sindaco di Castiglione d’Adda, Costantino Pesatori, che, intervistato da Fanpage.it ha raccontato i primi giorni dopo la riapertura della zona rossa nel quale c’era anche il suo oltre a diversi altri comuni del Lodigiano: “Siamo stati lasciati soli da tutti, ci sono ancora persone con febbre che necessitano di medici e controlli – la denuncia del sindaco – non facciamo che il nostro sacrificio sia vano”.
A cura di Chiara Ammendola
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Costantino Pesatori, il sindaco di Castiglione d'Adda
Costantino Pesatori, il sindaco di Castiglione d'Adda
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Castiglione d'Adda fa fatica a risvegliarsi e a riprendere la propria quotidianità a tre giorni dalla riapertura della zona rossa della quale faceva parte il comune insieme ad altri del Lodigiano, decisa dal governo dopo il nuovo decreto che ha allargato all'intero paese le misure restrittive e di contenimento per la diffusione del coronavirus. Intervistato da Fanpage.it Costantino Pesatori racconta di un comune che non è ancora pronto a rimettersi in piedi perché l'emergenza è ancora presente.

Emergenza coronavirus non è finita

"Ci sono ancora tante persone con febbre che hanno bisogno di medici e di controlli costanti, i negozio sono chiusi e i contagi non sono  – spiega il sindaco – la mia speranza è che questo sacrificio che i miei concittadini hanno fatto per 15 giorni non sia vano. Ci sono tante persone in difficoltà". Pesatori spiega poi che le persone hanno ripreso a recarsi al lavoro, dunque a spostarsi, a prendere mezzi pubblici e treni spesso raggiungendo Milano: "Sono di nuovo a rischio contagio, siamo a rischio contagio – le parole del primo cittadino – mi aspettavo una ripresa graduale, non così. Il ministro della Salute Speranza ha detto che c'è bisogno del buon senso delle persone, ma forse non c'è più buon senso dopo tutta questa vicenda".

"Ho paura delle conseguenze di questa emergenza – spiega il sindaco – ci saranno tanti casi sociali, con problematiche sia per quanto riguarda l'aspetto sanitario che quello economico". Secondo Pesatori la parte più difficile verrà dopo quando ci si troverà dinanzi alla necessità di alzarsi: "Molte persone probabilmente perderanno il lavoro – spiega – le prospettive non sono rosee e il dopo emergenza sarà difficile". "Il momento più brutto? Quando sono andato in Regione e ho visto il nome di alcuni miei concittadini positivi al virus scritti su una lavagna – spiega – è stato uno dei momenti più brutti".

La cabina di regia di tutta questa emergenza non ha funzionato

Su una popolazione di 4650 abitanti, sono più di 140 i cittadini positivi al virus e 30 i morti nel comune di Castiglione d'Adda. Nonostante fosse insieme a Codogno l'epicentro dell'emergenza sanitaria, il piccolo comune, come racconta il sindaco a Fanpage.it, è stato lasciato solo da tutte le istituzioni: "Non ho ricevuto una telefonata dal ministro Speranza né dalla regione Lombardia o dalla Prefettura – denuncia il sindaco – l'ho fatto presente più volte che non avevamo mascherine né medici visto che in piena emergenza i quattro medici della città erano tutti in isolamento. Ho chiesto che ci venissero inviati medici militari ma non sono mai arrivati". "La verità – conclude Pesatori – è che la cabina di regia di tutta questa emergenza non ha funzionato".

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