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Coronavirus, riaperta la zona rossa di Codogno: “Ora torniamo al lavoro, ma stiamo attenti”

Dopo due settimane la zona rossa che comprendeva Codogno e altri dieci comuni del Lodigiano è stata riaperta. Tolti i check point, ora i residenti possono tornare a una parziale normalità. “È stata una galera, ora finalmente riprendiamo a lavorare”, spiegano i residenti ai microfoni di Fanpage.it. “Ci serva da lezione, dobbiamo continuare a stare attenti”, ricorda una signora. “Sono morte persone care, giusto che gli spostamenti siano minimi”, dice un ragazzo.
A cura di Simone Gorla
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Aperti i varchi, scomparsi i militari ai check point, la "zona rossa" che comprendeva Codogno e altri dieci comuni della Bassa lodigiana non esiste più. La popolazione può finalmente tornare a una parziale normalità dopo due settimane di chiusura totale. Soprattutto, può tornare a lavorare.

Codogno riapre: nell'ex zona rossa la vita riparte

Il decreto del presidente del Consiglio firmato nella notte tra sabato e domenica 8 marzo ha sancito la fine dell'isolamento per l'area dove il contagio si è inizialmente propagato. I cittadini potranno spostarsi per motivi di lavoro, necessità e di salute, secondo le restrizioni ora in vigore anche nel resto d'Italia dove il coronavirus continua a diffondersi.

Il sollievo dei residenti: Torniamo a lavorare

"Possiamo uscire finalmente. Mi ha chiamato mio nipote, domani vado al lavoro", racconta un residente ai microfoni di Fanpage.it. "Non sono potuto uscire fino a oggi, domani andiamo a Culturano, vicino a Milano". Sollevato anche un altro lavoratore: "Abbiamo passato due settimane brutte. Mi ha chiamato il capo, domani vado a lavorare, è meglio".

I cittadini di Codogno: Ora attenzione e responsabilità

"Un'esperienza così serve. A capire qualcosa, a stare attenti", ragiona una donna, "responsabilità, forse prima non ce l'avevamo, adesso chi non l'avrà?". "È stata una galera. Cosa mi è mancato? I bar, i tabaccai, le macchinette. E poter prende la macchina e andare fuori provincia", racconta un altro cittadino incontrato in piazza, dietro la chiesa. "La gente deve capire che noi codognini, come gli altri dieci comuni, abbiamo fatto lo sforzo di rimanere in casa. È giusto che ora gli spostamenti siano minimi", spiega un ragazzo che è uscito indossando la mascherina protettiva.

"Che uno possa andare al lavoro va bene, per via dell'economia, l'importante è che usi la mascherina e si lavi spesso le mani. Il problema è che la gente sta dando per scontate molte cose – ricorda -. Sono morte due persone che conoscevo. Non si può fare altro che starsene in casa e rispettare le leggi o il buon senso che è stato imposto":

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