Coronavirus, lavoratori supermercati Iper in stato di agitazione: “Chiediamo chiusura di domenica”
Le organizzazioni sindacali hanno proclamato lo stato di agitazione per i dipendenti del gruppo Iper, che gestisce ipermercati e supermercati in diverse regioni italiane, tra cui la Lombardia, dove si trovano 17 tra ipermercati e superstore. A differenza di altre aziende che operano nel settore della Distribuzione moderna organizzata della filiera alimentare, il gruppo non ha preso in considerazione le richieste di lavoratrici e lavoratori avanzate tramite i sindacati in un momento delicato come questo, in piena emergenza Coronavirus. Tra le richieste quella di ridurre gli orari di apertura al pubblico e di chiudere i punti vendita almeno un giorno a settimana, di domenica, in maniera da far rifiatare tutti i lavoratori che lavorano senza soste da ormai 4 settimane per garantire a tutti i cittadini un servizio essenziale come l'acquisto di generi alimentari.
I sindacati chiedono la chiusura domenicale e di ridurre gli orari d'apertura al pubblico
"Iper, a differenza di altre Società, non ha preso in considerazione la richiesta di lavoratrici e lavoratori di rimanere chiusi, non permettendo loro né di rifiatare un giorno né di stare vicini ai propri familiari, né di provvedere alla sanificazione dei vari punti vendita, fondamentale per la sicurezza di clienti e addetti", si legge in una nota inviata dai sindacati Filcams Cgil e Uiltucs. Il comportamento dell'azienda, sottolineano i dipendenti, potrebbe indurre i clienti degli altri supermercati che invece restano chiusi a recarsi presso i punti vendita Iper "mettendo a rischio, con pericolosi assembramenti, la collettività e i lavoratori".
I sindacati hanno proclamato lo stato di agitazione chiedendo al gruppo Iper di accogliere le richieste relative alla chiusura domenicale e alla calibrazione oraria delle aperture, in maniera da poter tutelare al meglio lavoratrici e lavoratori e farli lavorare in piena sicurezza. "In caso il nostro ennesimo appello al buon senso non venisse ascoltato – hanno comunicato le organizzazioni sindacali – non escludiamo azioni di protesta a protezione della salute psicofisica delle lavoratrici e dei lavoratori, in questo momento sottoposti a un notevole ed eccessivo carico di stress".