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Covid 19

Coronavirus, la procura di Milano chiude l’accesso al pubblico

La procura di Milano ha chiuso al pubblico l’accesso a tutti gli uffici e alle segreterie dei pubblici ministeri. Lo ha deciso il procuratore della Repubblica Francesco Greco per evitare la diffusione del contagio da Coronavirus. Per i prossimi giorni le attività di contatto col pubblico saranno svolte online. Continua però il lavoro dei pm e dei dipendenti della procura.
A cura di Francesco Loiacono
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Il tribunale di Milano
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La procura di Milano ha chiuso al pubblico tutti gli uffici e le segreterie dei pubblici ministeri. La decisione, che era già stata anticipata da una mail interna durante il fine settimana ma poi non era stata confermata, è stata presa dal Procuratore della Repubblica Francesco Greco. La scelta del procuratore capo è motivata dalla necessità di evitare la diffusione del contagio da Coronavirus, che in Lombardia ha ormai fatto contare finora oltre 170 casi con cinque vittime (in totale in Italia i contagi sono oltre 200, mentre le vittime complessive sono sei). Per i prossimi giorni, ha spiegato il procuratore Greco, tutte le attività di interfaccia col pubblico, principalmente con gli avvocati, saranno effettuate online.

All'interno della procura prosegue il lavoro di pubblici ministeri e dipendenti

La procura di Milano non è dunque totalmente chiusa: all'interno continua ad essere assicurato l'accesso dei magistrati e di tutti coloro che vi lavorano. L'attività della giustizia, in particolar modo relativo alle indagini in corso, non dovrebbe dunque subire alcun rallentamento a causa dell'emergenza legata al Covid-19.

In città scuole, università e musei chiusi

La decisione della procura aumenterà la sensazione di una città svuotata, anche se sempre attiva. Da oggi, lunedì 24 febbraio, in virtù dell'ordinanza emanata dal governatore della Lombardia, sono già chiuse scuole e le università, oltre ai musei e ad alcuni luoghi simbolo come il Duomo e la Scala. Ma tutti gli uffici comunali restano aperti, così come negozi, supermercati e aziende, anche se molte compagnie, soprattutto le più grandi come Unicredit, Heineken o Aon, hanno invitato i propri dipendenti a lavorare da casa tramite smart working.

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