Coronavirus, la mappa del contagio in Lombardia: Lodi e Cremona in testa, in aumento i casi a Milano
In Lombardia sono 1254 i casi positivi al coronavirus, 478 sono ricoverati in ospedale e 127 in terapia intensiva, 472 sono in isolamento domiciliare, ma 139 sono i dimessi senza più sintomi e i ricoveri in calo. Infine i decessi, tutti di persone anziane o con un quadro medico già compromesso, sono 38. Sono questi i dati dell'emergenza coronavirus in Lombardia aggiornati a domenica 1 marzo. La mappa regionale del contagio mostra come la criticità è concentrata soprattutto nelle province di Lodi (384 casi, sia nella zona rossa che nelle aree limitrofe) e di Cremona (223 casi) che insieme costituiscono oltre la metà del totale. Sale in seconda posizione la provincia di Bergamo (243 casi, molto nella zona di Alzano Lombardo). Più tranquilla la situazione delle altre province. A Pavia i malati sono 83, a Milano si scende a 58 (di cui 28 a Milano città), Brescia ha 60 casi accertati, Monza e Brianza ne ha 8. Numeri molto bassi nelle province di Mantova (5 casi), Varese (4 casi), Sondrio e Lecco (3 casi), due casi a Como.
Lodi, la provincia del focolaio resta in piena emergenza
La situazione peggiore resta quella del Lodigiano. Sia all'interno della zona rossa – dove il personale dell'ospedale di Codogno è allo stremo – sia nel resto della provincia. All'ospedale di Lodi sono un'ottantina i pazienti ricoverati per l'infezione. Nella zona della Bassa a soffrire è soprattutto la popolazione in quarantena, che dopo una settimana in isolamento ha difficoltà anche a gestire la quotidianità, come hanno spiegato i sindaci della zona e anche l'assessore regionale alla protezione civile, Pietro Foroni, che ha chiesto alle autorità di non abbandonare questi territori.
Cremona: seconda provincia con più casi, ospedale in difficoltà
All'ospedale di Cremona sono ricoverati decine di pazienti con coronavirus, con numerosi casi in terapia intensiva. Cremona è la tarza provincia con più casi, 223 in totale. L'ospedale cittadino è in affatto da giorni. "È un riferimento anche per l'area lodigiana. I pazienti sono tutti ricoverati in situazioni ordinarie, cioè in letti di Medicina che è stata trasformata in un reparto di infettivologia", ha spiegato Gallera.
Milano: casi in città e negli ospedali, ma nessun focolaio
A Milano sono una sessantina i contagiati accertati, di cui 28 in città. La situazione è sotto controllo, come ha evidenziato l'assessore Gallera.Le situazioni più critiche emerse nei giorni scorsi sono quelle legati ai contagi negli ospedali. Un dermatologo del Policlinico è risultato positivo al tampone e avrebbe contagiato anche due specializzandi. Anche un anestesista del San Paolo è malato, e per questo un centinaio di persone sono state controllate tra colleghi e pazienti.
Bergamo: picco ad Alzano Lombardo, ma non sarà una zona rossa
Bergamo è la terza provincia lombarda per numero di casi accertati, 243. La situazione più allarmante è quella della zona di Alzano Lombardo, dove si è riscontata una concentrazione anomala di pazienti positivi. "Stiamo guardando con attenzione alla zona di Alzano Lombardo, c'è un tema bergamasco su cui stiamo ragionando, ma al momento non c'è nessuna ipotesi di introdurre nuove zone rosse", ha detto Gallera.
Pavia: situazione sotto controllo, super lavoro per il Policlinico San Matteo
La provincia di Pavia, confinante con la zona del Lodigiano e quindi potenzialmente esposta al contagio, ha numeri un po' più bassi. Tra i casi segnalati ci sono due medici, marito e moglie. Lei ha lo studio nella zona di Codogno ed è tra le prime persone infettate. Al Policlinico San Matteo di Pavia, uno degli ospedali in prima linea nella cura dei malati positivi al coronavirus, è ricoverato il ‘paziente uno', il 38enne di Codogno da cui si presume sia partito il focolaio italiano. Le sue condizioni, a quanto si apprende, sono stabili. I volontari della Protezione civile hanno montato quattro tensostrutture anche davanti al pronto soccorso di Broni-Stradella.