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Covid 19

Coronavirus, il dramma di Elena: “Mio padre e il nonno morti in casa, non so dove siano le salme”

Ha perso nella stessa giornata il padre Claudio e il nonno Elia, morti a 70 e 93 anni a Stezzano, nella Bergamasca, entrambi per Coronavirus. Ma Elena, 43enne di Cerro Maggiore in provincia di Milano, non ha potuto dare loro l’ultimo saluto. E adesso al dolore della donna si aggiunge l’angoscia di tutta la famiglia: non sanno ancora infatti dove siano le salme dei loro cari.
A cura di Francesco Loiacono
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Bare di defunti con Covid-19 nella chiesa di Seriate (Immagine di repertorio)
Bare di defunti con Covid-19 nella chiesa di Seriate (Immagine di repertorio)
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Nelle pieghe della grande emergenza Coronavirus che sta mettendo in ginocchio l'Italia (e non solo) da ormai più di un mese, ci sono storie davvero drammatiche che riguardano chi ha perso un proprio caro e non ha potuto dargli l'ultimo saluto. È accaduto anche alla famiglia Gabbiadini di Cerro Maggiore, in provincia di Milano. Elena, 43 anni, ha perso nello stesso giorno il nonno Elia di 93 anni e il padre Claudio, di 70. Come raccontato dal quotidiano "Il Giorno", entrambi sono morti a causa di problemi respiratori dovuti al Coronavirus nelle rispettive abitazioni di Stezzano, in provincia di Bergamo, uno dei territori più colpiti.

Le salme sono state trasferite, ma non si sa dove

Ad aggiungere ulteriore dolore a un momento già drammatico c'è la circostanza che adesso la famiglia Gabbiadini non sa dove si trovino le salme dei loro cari defunti. Se ne sono andati in quasi completa solitudine, a parte il padre che è stato vegliato per ore dalla moglie, anche lei malata di Covid-19. E dopo la loro morte le bare sono state portate prima nel locale cimitero, rimasto però chiuso e inaccessibile ai parenti, e poi in una chiesa di Bergamo. Da lì sono partite, probabilmente assieme alle altre che da giorni i camion dell'Esercito trasferiscono nei forni crematori di altre città, perché quelli di Bergamo e dintorni non riescono più a gestire l'enorme flusso che si è venuto a creare a causa dell'emergenza.

Inumano non poter essere presente

"È stato inumano non poter essere presente per dare una mano, un conforto, anche solo una parola", ha detto Elena Gabbiadini al quotidiano milanese. La sua purtroppo non è una testimonianza isolata e racconta di tanti aspetti della gestione della pandemia sui quali, quando il picco dell'emergenza sarà alle spalle, bisognerà indagare affinché banalmente non si verifichino situazioni simili: come ad esempio il fatto che sia il padre sia il nonno di Elena non siano stati ricoverati, nonostante avessero manifestato sintomi gravi: "La febbre andava e veniva, poi mio padre è peggiorato – ha raccontato Elena -. Non si reggeva in piedi ed è morto per terra in bagno".

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