Coronavirus, a Milano i casi arrivano a 1550: “Speriamo in un rallentamento tra domani e domenica”
Sono saliti a 1550 i casi di coronavirus nella città di Milano. Lo ha rivelato l'assessore al Welfare della Lombardia, Giulio Gallera, nel corso del consueto punto giornaliero sull'emergenza che, da esattamente un mese (il caso del paziente 1 di Codogno, che sta meglio e potrà tornare a casa, risale al 20 febbraio) vede la Lombardia "in trincea". Il dato odierno relativo al capoluogo lombardo è un po' meno preoccupante rispetto a quello comunicato ieri: l'incremento di persone positive al Covid-19 è stato di 172 unità, inferiore rispetto all'incremento di 287 casi che si era registrato ieri su mercoledì. La fotografia della situazione, ha ricordato l'assessore Gallera, riguarda ciò che è successo 10-12 giorni fa. "Torniamo dunque a quel weekend dell'8 e 9 marzo in cui tutti erano per strada – ha spiegato Gallera – e quindi i dati e l'incremento di Milano confidiamo che siano figli di quel folle weekend".
L'assessore Gallera: Speriamo in un rallentamento da domani e domenica
Da qui anche l'auspicio dell'assessore: "Speriamo in un rallentamento da sabato e domenica", anche perché poi dallo scorso lunedì, dopo le misure di contenimento disposte dal governo, "è cambiato tutto". I dati relativi a Milano città trovano riscontro anche se si prende in esame tutta l'Area metropolitana. Nella provincia di Milano i positivi al Covid-19 sono passati dai 3278 di ieri ai 3804 di oggi, con un incremento di 526 casi, inferiore a quello di 634 che si era verificato ieri, quando anche l'assessore non aveva nascosto la sua preoccupazione. Naturalmente è troppo presto per poter "leggere" in questi dati una tendenza: Milano resta la principale "battaglia" da combattere per far sì che l'epidemia non si diffonda ulteriormente e non intacchi il territorio più popoloso della Lombardia, con gli inevitabili e drammatici rischi per la tenuta del sistema sanitario. L'arma per combattere questa battaglia resta sempre la stessa: il distanziamento sociale, lo stare a casa. "Il virus si nutre del corpo dell'uomo, se non lo trova muore" ha ricordato Gallera. E per far rispettare le misure di contenimento dell'epidemia da domani, secondo quanto deciso dalla prefettura, sarà impiegato anche l'esercito.