Coronavirus, a Malpensa passeggeri controllati in aereo: in Lombardia pronti laboratori e ospedali
Sono iniziati all'insegna della collaborazione tra visitati e medici i programmi di controllo sui passeggeri in arrivo dalla Cina degli aerei che atterrano a Malpensa (Varese) per cercare di limitare la diffusione del coronavirus. La sua propagazione progressiva al di fuori della provincia di Wuhan, e i primi casi europei e medio orientali, hanno indotto il resto del globo a intensificare i controlli su tutti i voli provenienti dalla Cina. Lo stesso accade all'aeroporto intercontinentale alle porte di Varese, dove un'équipe medica dedicata è incaricata di misurare la temperatura corporea dei viaggiatori ancora sui velivoli una volta toccata terra. Anche se, capita, che i malori o i casi da scartare si verifichino dopo i medesimi controlli, come quello registrato ieri, martedì 28 gennaio, quando una donna da poco rientrata dalla Cina è stata sottoposta ad ulteriori esami all'ospedale di Varese.
Il check della febbre ripetuto tre volte
Come raccontato dal "Corriere della Sera", i controlli a bordo degli aerei avvengono in tempi rapidissimi: circa 25 minuti per aeromobile, per un totale di tre check a testa. Ai passeggeri e al personale di bordo – che consegna la lista dei presenti con relativo certificato di eventuali problemi durante il viaggio -, per lo più cinesi, viene provata la febbre con un termometro a infrarossi che impiega circa un secondo per stabilire se i gradi centigradi del corpo superano la soglia dei 37. "Un monitoraggio attivo: in Italia stiamo facendo controlli più alti e approfonditi rispetto agli altri Paesi europei", spiega la coordinatrice del team medico Barbra Bucci al "Corriere". E mentre a Malpensa si raggiunge gradualmente una quantità di medici sufficiente per rendere ulteriormente più veloci e fluidi i controlli, cosa che avverrà massimo domani, la Regione Lombardia ha rilasciato una nota sulle contromisure adottate dagli ospedali e i laboratori del territorio per far fronte alla minaccia del virus. L'assessore al Welfare Giulio Gallera parla di "direttive a medici medicina generale e ospedali per presa in carico ‘casi sospetti'", qualora i sintomi simili a quelli provocati dal coronavirus si verificassero lontani dall'aeroporto".
I laboratori e gli ospedali per gli esami e i ricoveri in Lombardia
La Lombardia ha un totale di "tre laboratori dove trasmettere i campioni da analizzare e 17 reparti di malattie infettive di riferimento", che comprendono rispettivamente il Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell'Università di Milano, l'S.S. Virologia Molecolare, S.C. Microbiologia e Virologia della Fondazione Irccs Policlinico San Matteo e l'U.O.C Microbiologia Clinica, Virologia e diagnostica delle Bioemergenze dell'Asst Fbf-Sacco (dove è presente il Bls4). Per gestire gli eventuali ricoveri, invece, sono indicati gli ospedali, San Matteo Pavia, Milano ovest (Legnano), Sette laghi (Varese), Sacco (Sacco – Milano), Valle Olona (Busto), Lecco, Cremona, Lariana (Como), Mantova, Papa Giovanni XXIII (Bergamo), Spedali Civili (Brescia), Niguarda (Milano), San Raffaele (Milano), San Paolo e San Carlo (Milano), Asst Monza, Asst Lodi, Ca' Granda ospedale Maggiore Policlinico (Milano).