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Coronavirus, approfondimenti a Varese su una paziente rientrata dalla Cina: “Nessun caso”

Approfondimenti in corso all’ospedale di Varese su una paziente di origine cinese, arrivata dalla Cina nei giorni scorsi, che si è presentata al pronto soccorso di Gallarate con tosse e mal di gola. La donna è stata indirizzata a Varese, come previsto dalle disposizioni di Regione Lombardia sul coronavirus, e sottoposta alle analisi previste.
A cura di Simone Gorla
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Approfondimenti in corso all'ospedale di Varese su una paziente di origine cinese con sintomi influenzali. La donna si era presentata al pronto soccorso di Gallarate con tosse e mal di gola ed è stata indirizzata a Varese, come previsto dalle disposizioni di Regione Lombardia. Nelle ultime ore è stata sottoposta alle analisi previste."Dopo accurate verifiche effettuate, emerge che non esiste alcun caso di Coronavirus in provincia di Varese", ha riferito l'assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera.

Coronavirus, accertamenti a Varese danno esito negativo

Stando a una testimonianza citata da Varese News, la donna era arrivata al pronto soccorso con la mascherina e aveva detto di essere arrivata dalla Cina, da una zona ad alcune centinaia di chilometri da Wuhan, città da cui è partito il contagio che sta spaventando mezzo mondo.

Le direttive di Regione Lombardia per i casi sospetti

"La task force per riconoscere e affrontare eventuali casi di Coronavirus in Lombardia è al completo, con tre laboratori dove trasmettere i campioni da analizzare e 17 reparti di malattie infettive di riferimento. Abbiamo nelle scorse ore emanato alcune indicazioni procedurali importanti per i medici di base e per gli specialisti ospedalieri, in costante raccordo con il Ministero della Salute", ha reso noto oggi l’assessore Gallera. "È fondamentale porre attenzione ai tempi di riferimento dei viaggi e alle frequentazioni a rischio di contagio – spiega l’assessore – prendendo in considerazione gli ultimi 14 giorni dall’esordio dei sintomi”.

L'assessore ha spiegato che i medici devono segnalare i pazienti che rientrano nella definizione di "caso sospetto" all'Ats di competenza, attraverso procedure informatiche specifiche, gestendo il paziente in stretto raccordo con i referenti delle ‘malattie infettive'. I laboratori di riferimento regionali indicati per la ricezione dei campioni biologici, spiega l'assessorato al Welfare, provvedono a raccordarsi con il laboratorio dell’Istituto superiore di Sanità e a informare l'Unità organizzativa prevenzione di Regione Lombardia e la struttura di ricovero del paziente.

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