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Corona: “La bomba carta sotto casa? La mise il fidanzato di Nina Moric, voleva togliermi mio figlio”

Fabrizio Corona mette nei guai la sua ex moglie Nina Moric e il suo fidanzato. Al processo per i 2,6 milioni di euro in nero trovati nelle disponibilità dell’ex re dei paparazzi, Corona ha detto che a mettere la bomba carta che esplose sotto casa sua lo scorso agosto sarebbe stato il fidanzato della Moric. Il motivo? Togliergli la custodia del figlio 14enne, nato dal rapporto con la Moric. Corona ha poi precisato: “Ero io una macchina da soldi, non Belen”.
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A cura di Francesco Loiacono
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Fabrizio Corona mette nei guai la sua ex moglie Nina Moric e il suo fidanzato. Il fotografo, imputato a Milano per intestazione fittizia di beni, frode fiscale e violazione delle norme patrimoniali sulle misure di prevenzione, ha per la prima volta fatto il nome di chi, secondo lui, avrebbe piazzato la bomba carta che esplose sotto la sua abitazione nella notte tra il 15 e il 16 agosto scorso. Un episodio in sé privo di conseguenze, ma che ha difatti portato all'arresto e al nuovo processo che vede imputato l'ex re dei paparazzi per quei 2,6 milioni di euro trovati in parte nel controsoffitto dell'abitazione di Francesca Persi (collaboratrice di Corona e coimputata) e in parte in una banca austriaca. Proprio nel corso di una nuova udienza del processo a suo carico, Corona, rispondendo alle domande del giudice Guido Salvini sul presunto responsabile della bomba carta, ha detto: "Penso che sia stato il fidanzato della mia ex moglie Nina Moric". Si tratterebbe dunque (è naturalmente solo un'accusa priva di riscontri) di Luigi Favoloso. Il motivo all'origine del gesto, secondo Corona, era quello di togliere al fotografo la custodia del figlio quattordicenne Carlos, nato dal rapporto con la Moric: "Si sarebbe dimostrato che vivevo in una situazione di pericolo e mio figlio non poteva stare con me", ha spiegato Corona.

"Non mi hanno mai chiesto dei miei sospetti"

Il giudice Salvini ha voluto poi capire come mai Corona non abbia mai fatto in passato il nome di Favoloso, definito da Corona anche "pazzo e psicopatico": "Non me l'hanno mai chiesto il nome del sospettato. Si poteva scoprirlo anche il movente, bastava fare le indagini". Corona ha anche legato questo attentato e i suoi sospetti ad una "informativa riservata che era arrivata, guarda caso, ai giudici dei minori". Favoloso, a suo dire, tra l'altro, "prima della bomba carta aveva fatto anche delle telefonate minacciose" a Francesca Persi, collaboratrice di Corona e imputata. E, sempre stando alla versione di Corona, "dopo la bomba ha detto a mia madre che la prossima che avrebbe avuto un attentato sarebbe stata lei".

La precisazione su Belen: "Non era lei a far soldi"

Nel prosieguo dell'udienza Corona ha poi voluto fare una precisazione su alcune sue affermazioni rilasciate nella sua precedente apparizione in aula, lo scorso 6 aprile. Allora il fotografo aveva affermato: "Nel 2009 con Belen Rodriguez siamo diventati una coppia mediatica eccezionale, come Bonnie e Clyde eravamo, tutto quello che toccavamo diventava oro, guadagnavamo cifre folli". Frase che aveva spinto il legale della showgirl argentina a rilasciare una dichiarazione: "L'accostamento a tale famigerata coppia di fuorilegge, ancorché improvvido, è stato evidentemente utilizzato solo come termine di paragone al quale rapportare l'immensa notorietà conseguita dalla coppia in quel periodo, a seguito dell'innegabile sovraesposizione mediatica cui era sottoposta, e dalla quale il solo signor Corona ha evidentemente tratto profitto a titolo personale". Insomma, Belen non c'entrerebbe nulla con il fiume di denaro "in nero" che ha messo nuovamente nei guai il suo ex fidanzato. E lo stesso Corona ha precisato: "Ero io una macchina da soldi, non Belen Rodriguez". Il paragone con Bonnie e Clyde "era una metafora – ha aggiunto Corona – non rubavo i soldi assieme a Belen, io facevo il ‘nero', non Belen".

Corona parla di sé in terza persona: "È un personaggio unico"

La stessa Belen è stata chiamata dalla difesa a testimoniare assieme ad altri 189 testimoni: "Noi l'abbiamo chiamata a rispondere alla domanda ‘Corona guadagnava tanti soldi in nero?' – ha detto il fotografo – e lei dirà ‘sì'". L'ex re dei pranzai ha poi continuato a parlare di sé in terza persona: "Fabrizio Corona è un personaggio unico". Poi ha aggiunto: "Se io ho un contratto per un'ora per una serata, arrivo mezz'ora dopo e sto dieci minuti, fumo una sigaretta e me ne vado e tanto mi richiamano lo stesso perché alla gente piace così". È in questa maniera che Corona avrebbe guadagnato in nero la montagna di soldi che l'ha fatto nuovamente finire di guai: anche "190mila euro al mese di ‘nero'" semplicemente partecipando come ospite alle serate di alcuni locali. L'ex re dei paparazzi ha infine ribadito che sui soldi trovati avrebbe voluto pagare le tasse: "Se io non fossi sceso di casa quel maledetto 16 agosto non avrei perso sette mesi di vita, avrei dichiarato gli 800mila euro e avrei usato gli 1,8 milioni del controsoffitto per risolvere altri problemi della Fenice", una delle società a lui riconducibili.

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