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Convegno omofobo in Regione, Pisapia a Maroni: “Via patrocinio e logo Expo”

Anche l’ad di Expo, Giuseppe Sala, si smarca dall’accostamento del logo dell’Esposizione all’iniziativa in difesa della famiglia naturale del prossimo 17 gennaio: “Non abbiamo mai autorizzato l’utilizzo del marchio Expo”. E invita la comunità gay: “Incontriamoci e troviamo forme di coinvolgimento”.
A cura di Francesco Loiacono
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Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia interviene a gamba tesa sul caso del convegno sulla famiglia naturale in programma il prossimo 17 gennaio nell'auditorium di Palazzo Lombardia. Un incontro definito "omofobo" dalle associazioni che si battono per i diritti degli omosessuali e che ha scatenato le reazioni delle forze politiche progressiste e la presa di distanza dello stesso amministratore di Expo, Giuseppe Sala, che ha negato di aver mai autorizzato l'utilizzo del logo dell'Esposizione universale per l'iniziativa: "Non abbiamo mai autorizzato l'utilizzo del marchio Expo per il convegno del 17 gennaio, il nostro marchio non può essere usato in modo indiscriminato su ogni iniziativa".

Intervistato dal quotidiano Repubblica, Pisapia ha detto che quello in programma il 17 gennaio "non è un convegno sui temi di Expo ed è un appuntamento che divide, che crea polemiche e che rischia, a pochi mesi dall’inizio, di presentare la nostra Regione come un’istituzione che discrimina". Il primo cittadino si è poi rivolto direttamente al governatore della Lombardia, Roberto Maroni: "Quando si sbaglia bisogna avere il coraggio e la forza di fare un passo indietro. Sarebbe una scelta saggia e giusta accogliere i molti inviti che sono arrivati da istituzioni, associazioni, cittadini e dallo stesso commissario Giuseppe Sala. Dimostrerebbe anche il coraggio di riconoscere un errore, se fatto in buona fede".

L'appello di Sala alla comunità gay

Sulla storia della presunta concessione del patrocinio di Expo 2015 al convegno Pisapia ha detto: "Credo e spero che il patrocinio sia stato concesso in quanto il titolo del convegno, “Difendere la famiglia per difendere la comunità”, su cui ogni opinione è legittima, poteva trarre in inganno. Nel momento però in cui emerge che si intende anche sostenere che l’omosessualità è “una malattia da curare” — una vera e propria bestialità da tutti i punti di vista — allora dico che è un errore appoggiare con il logo di Expo un simile dibattito. Sul fronte dei diritti, Milano negli ultimi anni è diventata una città guida. Su questi temi siamo e saremo sempre in prima fila".

Per sgombrare il campo dalle polemiche, smarcando Expo dalle accuse – peraltro già arrivate in passato – di omofobia, l'ad Sala ha lanciato un appello alla comunità gay: “Incontriamoci e troviamo forme di coinvolgimento, discutiamo come organizzare un coinvolgimento vero di tutti i movimenti".

Appello apprezzato in particolare dall'Anddos, il più grande movimento italiano per i diritti della comunità omosessuale con i suoi 114mila iscritti, di cui 30mila nel Milanese. "Apprendiamo con viva soddisfazione le dichiarazioni del commissario unico di Expo 2015, Giuseppe Sala, che ha respinto l’uso del marchio da parte della Regione Lombardia sul convegno previsto per il prossimo 17 gennaio e ha colto l’occasione per invitare le associazioni LGBTQI a farsi avanti e collaborare", sottolinea il presidente nazionale Mario Marco Canale. "Come Associazione Anddos abbiamo già chiesto un incontro al commissario Sala per rappresentare al meglio le istanze dei propri iscritti. Vogliamo metterci a disposizione per passare da una necessaria fase di contestazione a quella altrettanto indispensabile della proposta, consapevoli del fatto che sia fondamentale correggere la cattiva immagine che il nostro Paese ha dato all'estero mediante un uso a senso unico fatto del marchio Expo. Vogliamo portare a Milano milioni di turisti e intendiamo essere aperti a tutti i mondi".

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