Comunali Milano 2016, Radicali e M5s contro Sala: “Incandidabile”. E piovono ricorsi
Si tenta la carta della via giudiziaria per far fuori Beppe Sala dalle prossime elezioni comunali milanesi. A portarla avanti sono il M5s e i Radicali dopo il "caso" della presunta incandidabilità di mister Expo alle amministrative, sollevato dal settimanale Panorama e ripreso anche dal Fatto Quotidiano. Due esposti in procura sono stati presentati da Marco Cappato, candidato sindaco a Milano per i Radicali. Mentre il candidato dei Cinque stelle, Gianluca Corrado, ha annunciato che venerdì presenterà due ricorsi al Tar, che dovrà esprimersi entro il 18 maggio.
Ricorsi ed esposti di Radicali e M5s contro Sala
Cosa c'è al centro delle ultime polemiche che investono l'ex commissario unico di Expo, sulle quali ormai si può imbastire una soap opera? Proprio i suoi legami con l'Esposizione universale, ma non solo. In breve: a Sala viene contestato sia di non essersi mai dimesso dal ruolo di commissario governativo per Expo, sia (e questa è una novità rispetto alla puntata precedente) una incompatibilità tra il ruolo di commissario e quello di membro del consiglio di amministrazione di Cassa depositi e prestiti, società per azioni a controllo pubblico che ha in mano un enorme patrimonio. E i Radicali vanno oltre, chiedendo a Sala di dimettersi da Cdp: cosa che il vincitore delle primarie milanesi ha peraltro annunciato che farà in caso di vittoria alle comunali.
Cappato: "La nota di Palazzo Chigi non precisa nulla"
Sul primo punto, Palazzo Chigi è intervenuto per cercare di dirimere la questione: è stata perfino pubblicata la lettera di dimissioni scritta lo scorso 15 gennaio da Sala e protocollata dal governo il 18 gennaio. Per Cappato però "la nota di Palazzo Chigi sulle dimissioni non precisa nulla e la questione rimane aperta", anche se dal governo avevano specificato: "In questi casi un atto formale di dimissioni è già pienamente efficace e non occorre alcun adempimento", dunque nessun atto di revoca dal ruolo di commissario. Ma i Radicali con Cappato spostano la questione anche su un altro punto: anche dopo le sue dimissioni Sala ha firmato atti da commissario di Expo. La replica di Sala: "Sono atti dovuti, pochi giorni fa ho anche firmato il bilancio, non va bene? Andate avanti".
I Radicali chiedono chiarezza anche sul ruolo di Sala in Cdp
Non finisce qui. Il secondo esposto dei Radicali punta a chiedere chiarezza sul duplice ruolo di Sala come consigliere di Cdp e candidato sindaco. Nel ricorso presentato dai Radicali c'è in realtà un altro punto che viene contestato a Sala: il fatto che prima di entrare in Cdp (il 25 ottobre 2015) abbia firmato una dichiarazione sull’inesistenza di cause di inconferibilità e incompatibilità per la sua nomina. Una contestazione che si basa su una sfumatura tra commissario straordinario e commissario unico: al primo sarebbe stato interdetto l'ingresso in Cdp, al secondo (che è il ruolo assegnato dal governo a Sala per l'Expo) no, come per giunta accertato sia dall'ufficio "Compliance" di Cassa depositi e prestiti, sia dall’Autorità Garante della Concorrenza, secondo quanto afferma Luigi Ferrarella sul Corriere della sera.
Parisi: "Per me Sala è super candidabile"
Insomma: la campagna elettorale milanese, più che sui contenuti, si sta giocando su cavilli legali. Sala agita lo spettro della "macchina del fango" e profetizza: "Ne arriverà ancora perché sono dei professionisti dell'infamia". Ma curiosamente il suo principale avversario, Stefano Parisi, sembra non voler cavalcare questa polemica: "Io do fiducia a Sala, penso che quel che lui abbia detto sia vero e penso che sia super candidabile – ha affermato -. I milanesi devono decidere tra due alternative di governo e tra due sindaci, spero che diano la fiducia a me. Nessuno dei miei ha presentato ricorso". Omettendo di dire qualcosa sul fatto che il vicedirettore di Panorama che ha fatto scoppiare quest'ultimo presunto caso, Maurizio Tortorella, sia inserito nella sua lista civica alle prossime Comunali.