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Comunali Milano 2016, Besostri: “Sala potrebbe decadere dopo essere stato eletto sindaco”

Il capolista di Alternativa municipale, l’avvocato Felice Besostri, si è riservato di formulare un parere sulla vicenda della presunta incandidabilità di Beppe Sala alle Comunali milanesi. Besostri lancia un allarme: “Il vero problema è che Sala potrebbe decadere dopo essere stato eletto annullando il risultato elettorale”.
A cura di Francesco Loiacono
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Non si placano le polemiche sulla presunta incandidabilità di Beppe Sala a candidato sindaco di Milano per il centrosinistra alle prossime Comunali. Gli ultimi a cavalcare il caso sono gli esponenti della lista Alternativa municipale, che sostiene il candidato sindaco Luigi Santambrogio. Il capolista della formazione civica e municipale, l'avvocato Felice Besostri, è stato incaricato di fornire un parere sulla vicenda che ha investito l'ex commissario unico di Expo dall'alto della sua esperienza giuridica. Besostri, infatti, con i colleghi Bozzi e Tani ha discusso davanti alla Corte di Cassazione e alla Corte Costituzionale il famigerato Porcellum, ottenendone l'annullamento. Adesso l'avvocato porta avanti un'altra battaglia, coordinando in 16 diversi tribunali le impugnazioni dei ricorsi per affermare il diritto di voto minacciato dall'Italicum.

Besostri: "Sala potrebbe decadere dopo l'elezione annullando il risultato elettorale"

Per esaminare il "caso Sala" Felice Besostri si è dato una settimana di tempo. Le sue prime parole sulla vicenda, però, mettono in luce un aspetto che finora era passato sotto silenzio: "Un primo difetto delle nostre procedure è che il problema potrà essere posto davanti ad un giudice soltanto dopo le elezioni – ha affermato Besostri -. L'elezione diretta del sindaco è stata introdotta con la solita improvvisazione, dimenticando di adeguare il contenzioso elettorale e le operazioni elettorali preparatorie. Pertanto il vero problema è che Sala potrebbe decadere dopo essere stato eletto annullando il risultato elettorale".

Sala continua a professare tranquillità

L'ex commissario di Expo potrebbe quindi indossare la fascia tricolore di Giuliano Pisapia con una spada di Damocle sulla testa. Dal suo canto, Sala si è però sempre detto tranquillo rispetto ai ricorsi e agli esposti presentati in questi giorni dai Radicali e dal M5s: nel mirino la validità dell'atto con cui Sala si è dimesso da commissario unico di Expo – che Palazzo Chigi e anche il presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone sembrano invece avvalorare – e la compatibilità tra il ruolo di candidato sindaco e quello di membro del Consiglio di amministrazione di Cassa depositi e prestiti, in cui Sala è entrato alla fine dello scorso ottobre. Si tratta di questioni tecniche giuridiche molto sottili, che rischiano di spostare il focus della campagna elettorale dal terreno su cui questa dovrebbe essere incentrata, ossia quello dei contenuti e dei programmi. Ma, come affermato da Besostri, la "colpa" di questa situazione sembra anche essere dovuta a una leggerezza di fondo con cui è stata gestita la transizione dalla fase di Sala commissario di Expo al Sala candidato di Pd e del centrosinistra: "L'intera vicenda, dalla nomina del commissario Sala ad oggi, mostra comunque la superficialità che si accompagna all'arroganza del Governo Renzi-Boschi".

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