Comunali Bergamo, Anesa (M5S): “Ambiente, diritti e movida. Io il candidato delle nuove generazioni”
Trentadue anni, proprietario della pasticceria vegana “Dolcevita". Con il suo compagno ha una figlia di due anni nata grazie alla maternità surrogata. In passato è stato vittima di un violento tentativo di estorsione da parte dei tuoi ex datori di lavoro. Un incubo di cui oggi dice: “Mi ha dato il coraggio per affrontare altre sfide”. Nicholas Anesa è senza dubbio un candidato fuori dal comune. Alle elezioni comunali del 26 maggio proverà a diventare il primo sindaco di Bergamo del Movimento 5 Stelle, ma anche il più giovane e il primo omosessuale. Per riuscirci punta sulle nuove generazioni che guardano a una città aperta, alla difesa dell'ambiente, ai diritti, e al rilancio del turismo.
Leggendo la sua biografia viene da pensare che due temi siano necessariamente in cima all'agenda: diritti civili e lotta alla criminalità organizzata. È così?
Sono temi a me molto cari. Da sindaco sarei ovviamente a favore delle trascrizioni all'anagrafe del comune di Bergamo per i genitori dello stesso sesso. Sono anche per una seria e dura lotta alla criminalità organizzata. C'è chi dice che a Bergamo la mafia non esiste: la mia esperienza mi ha fatto capire che è il contrario. Io non mi sono piegato ed è stato periodo terribile: ho subito forti minacce, sono stato inseguito da gente armata. Ma quell'esperienza mi ha aiutato a scoprire il mio coraggio.
Cosa può fare un sindaco per contrastare la mafia?
Serve una seria politica di sensibilizzazione per far capire ai bergamaschi che la mafia ce l'abbiamo in casa e non lontano come ci è stato insegnato. Bisogna informare i cittadini e lavorare per evitare che ci siano infiltrazioni in Comune, nelle partecipate, negli appalti.
Anche se convive da anni con il suo compagno, non ha fatto l’unione civile. Perché?
Non sputo su un diritto acquisito, che è sempre cosa positiva. Però vorrei la parità dei diritti nel vero senso della parola, quindi il matrimonio egualitario. Una legge come quella che abbiamo adesso evidenzia ancora di più che siamo cittadini serie b. Non abbiamo diritto all'adozione, ci sono ancora tanti paletti e questo mi fa molto arrabbiare.
Ora che il Movimento 5 Stelle è al governo, però, non se ne parla più.
Finché saremo al governo con la Lega non potremo avere di più, ma è già tanto che grazie al M5S non verrà tolto ciò che è stato dato fino a ora. Se fosse stato per loro sarebbe stato tolto anche quello. Sappiamo benissimo che il contratto di governo non tocca i diritti civili, ma non li tocca proprio perché non si voleva fare cambiare alla Lega quello che era già stato conquistato e che rischiavamo di perdere.
Quindi meglio non toccare palla?
Con i leghisti? Come diciamo a Bergamo, lassa sta…
Come hanno reagito i cittadini a un candidato gay che è anche un papà arcobaleno?
I nazi-cattolici mi stanno attaccando molto, anche sui social. Sulle loro pagine sono ormai diventato il loro argomento preferito. Ma la maggioranza delle persone ha apprezzato molto il fatto che sono aperto, che ho sempre spiegato bene tutto, che sono una persona semplice.
Come è nata l'idea di fare il sindaco?
Bergamo è cambiata molto, c'è un ricambio generazionale che non è da sottovalutare. Io sono un po' figlio delle nuove necessità dei bergamaschi che vogliono andare oltre lo stereotipo della città chiusa e retrograda. Posso essere un candidato di rottura. Per questo ho deciso di farmi avanti, dopo un anno di militanza nel Movimento. Mi sono offerto perché mi piaceva l'idea di aprirci un po' al mondo.
Come dovrebbe avvenire questa apertura della città?
Da sempre Bergamo ha una legislazione anti movida. Noi non pensiamo certo di portare le discoteche nelle strade, ma vorremmo una politica che trovi spazi per tutti perché una città viva è anche più sicura. Pensiamo a tre zone di movida, e le abbiamo già individuate. Vorremmo introdurre la figura del sindaco della notte, che esiste in molte città europee. Una persona che si occupi della vita di Bergamo dalle 20 in poi. Abbiamo tutto per essere una città viva, culturale e turistica. In questo senso rientra anche l'idea delle biblioteche aperte 24 ore su 24.
Come funzionerebbero?
Con una tessera, come le palestre aperte di notte. L'idea mi è venuta dai ragazzi che studiano nel mio locale. Di sera non sanno dove andare così io gli lascio le chiavi e restano al bar di sera con i libri.
Cosa non ha funzionato nel “modello Bergamo” in questi anni?
A Giorgio Gori (sindaco uscente e candidato per un secondo mandato) critichiamo soprattutto il poco coinvolgimento dei cittadini. Scelte come la vendita dello stadio sono state calate dell'alto e le persone lo hanno saputo dopo. La stessa cosa è successa con il mercato cittadino, smembrato e diviso in mercati più piccoli nonostante raccolte firme e proteste, mai ascoltate. Ha governato soprattutto a vantaggio dei soliti noti.
Secondo il dossier Mal'Aria di Legambiente il limite di pm10 a Bergamo è stato sforato 127 volte nel 2018. Come si affronta questa emergenza?
Ogni giorno a Bergamo entrano 65mila macchine dai paesi limitrofi. Dobbiamo ridurre questa cifra e fare in modo che questa gente usi i mezzi pubblici. La nostra proposta è di limitare il traffico nel centro della città attraverso parcheggi sentinella, introducendo biglietti integrati validi anche per gli autobus.
Spesso proposte di questo tipo risultano impopolari.
La nostra non è una chiusura a chi abita in città, ma chi viene da fuori per godere dei servizi o per lavoro deve essere messo in condizione di entrare con i mezzi. Se si guarda a quanto costa il parcheggio in centro e quanto tempo ci vuole per arrivarci con il traffico, risparmierebbero tempo e soldi. Questo ci permetterebbe anche di rifare le strade, incentivando le piste ciclabili, le moto elettriche, il car sharing. Dobbiamo dare valide alternative per rieducare la popolazione a scendere dall'auto. E da esercente penso che in una città con il centro pedonale il commercio vada meglio, è più facile che le persone si fermino nel tuo negozio.
Arrivare alle Comunali dopo un anno di “governo del cambiamento” è un vantaggio o uno svantaggio?
C'è chi è scontento, ma molti si rendono conto di quello che il Movimento 5 Stelle sta portando dopo un anno di governo. Bergamo non è mai stata una città leghista, e il candidato della Lega è la fotocopia di Salvini. Stucchi non piace alle persone.
Il Movimento 5 Stelle a Bergamo ha preso l'8,25 per cento alle comunali del 2014 e il 15,83 per cento alle politiche del 2018. Si aspetta di crescere ancora?
Io sono convinto di migliorare. Il risultato è aperto, sappiamo che non siamo favoriti ma un pensiero al ballottaggio lo facciamo. Non crediamo minimamente nei sondaggi, tantomeno in quelli diffusi dai nostri avversari.
Al ballottaggio potreste valutare l'ipotesi di apparentamenti?
No, non faremo alleanze e non daremo indicazioni di voto.
Tra Gori e Stucchi?
La Lega con noi è stata molto scorretta, ci ha portato via un consigliere che poi ha fatto togliere due suoi amici dalla lista. Abbiamo dovuto rifarla e raccogliere di nuovo le firme con pochi giorni a disposizione. È stato un tentativo di boicottaggio. Di questo chiederemo agli elettori di tenere conto.
Come si dialoga meglio con i cittadini? Sui social, nei gazebo in piazza o dal bancone della pasticceria?
Sicuramente nel mio locale. È vero, il mio lavoro mi avvantaggia. Sono sei anni che parlo con i cittadini, ho visione chiara dei loro bisogni. I banchetti sono meno facili perché la gente è molto arrabbiata e delusa dalla politica. Poi i social aiutano, è chiaro, arrivano in casa di tutti.