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Como, prendevano la disoccupazione ma lavoravano in Svizzera: denunciate otto persone

Lavoravano in Svizzera con regolare contratto, mentre in Italia risultavano disoccupati e percepivano l’assegno Naspi. La guardia di finanza di Olgiate Comasco ha scoperto e denunciato otto truffatori. Sono accusati di “indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato”. Il totale dei sussidi ricevuti ammonta a oltre centomila euro.
A cura di Simone Gorla
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Percepivano una indennità di disoccupazione in Italia, ma lavoravano in Svizzera con regolare contratto. I militari della guardia di finanza della compagnia di Olgiate Comasco (Como) hanno denunciato otto persone per "indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato".

Sussidi non dovuti per oltre 100 mila euro

Gli otto indagati ricevevano l'assegno Naspi (Nuova assicurazione sociale per l'impiego) ma erano in possesso di un permesso di lavoro "G" rilasciato dalle autorità elvetiche. Si tratta del documento rilasciato ai frontalieri per regolare l'impiego di cittadini stranieri che intendono esercitare un’attività lavorativa in Svizzera senza trasferire la propria residenza.  I controlli delle fiamme gialle hanno preso in considerazione le indennità erogate negli anni 2016, 2017 e 2018 e hanno permesso di accertare indebite percezioni di vari importi: dai 5.000 fino ai 20.000 euro all'anno per un totale di 105.000 euro. Gli otto sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Como per "indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato", mentre le erogazioni a titolo di disoccupazione saranno sospese per procedere al recupero delle somme percepite illegalmente.

Il caso dei finti ciechi che lavoravano in Svizzera

Quello scoperto dai finanzieri comaschi non è il primo caso di truffa allo Stato italiano da parte di cittadini che lavorano oltre confine. Nel 2014 ci fu l'episodio di diciotto finti invalidi (due dei quali sostenevano di essere ciechi) che percepivano da anni la pensione di invalidità mentre lavoravano in condizioni di ottima salute, in Svizzera. La guardia di finanza di Varese, grazie alla operazione ‘Effata' della compagnia di Luino, smascherò e denunciò gli imbroglioni.

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