Chiuse le indagini su Maroni: “Favorì la Paturzo perché avevano una relazione affettiva”
La procura di Milano ha chiuso l'inchiesta a carico del presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni. Per il governatore, accusato di "induzione indebita a promettere utilità", il pubblico ministero Eugenio Fusco potrebbe ora chiedere il rinvio a giudizio, una volta scaduto il termine di 20 giorni per le controdeduzioni difensive. Nella vicenda è indagato anche il capo della segreteria di Maroni, Giacomo Ciriello: secondo le tesi dell'accusa i due nel maggio 2014 avrebbero fatto pressioni sul direttore generale di Expo Cristian Malangone affinché pagasse le spese di aereo e hotel per una trasferta in Giappone a Maria Grazia Paturzo. La Paturzo, ex collaboratrice di Maroni al ministero dell'Interno, secondo il pm Fusco era legata al governatore da una "relazione affettiva".
Maroni indagato anche per turbata libertà di scelta
Nell'inchiesta è coinvolta anche la società Expo Spa come persona giuridica, in base alla legge 231 del 2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti per reati commessi dai propri dirigenti nell’interesse aziendale. Non è coinvolto, invece, l'amministratore delegato di Expo Giuseppe Sala. Esiste anche un secondo filone della stessa inchiesta che riguarda il governatore: Maroni è infatti accusato di "turbata libertà del procedimento di scelta del contraente", per aver fatto affidare a un'altra sua ex collaboratrice, Mara Carluccio, un incarico in una società controllata da Regione Lombardia, l'Eupolis. In questa vicenda, oltre a Maroni e a Ciriello è indagato anche Andrea Gibelli: si tratta del neopresidente di Ferrovie Nord Milano, appena nominato da Maroni al posto del dimissionario Norberto Achille, travolto da un altro scandalo giudiziario per le spese pazze fatte con soldi della società. Per il filone Eupolis il direttore generale della società, Alberto Brugnoli, ha già patteggiato 8 mesi.
Maroni: "Io tranquillissimo, è una sciocchezza"
Dopo l'avviso di chiusura delle indagini a suo carico il governatore Roberto Maroni ha commentato all'Ansa: "Finalmente dopo un anno le indagini si chiudono, era ora. Se per una sciocchezza come questa ci vuole un anno poveri noi. Io sono tranquillissimo". Maroni ha poi aggiunto: "Nella mia vita non ho mai fatto pressioni, neanche per amici, figli o parenti". Il presidente della Lombardia ha poi sottolineato, ironicamente, di "essere colpevole solo di un cosa, di aver fatto risparmiare soldi alla Regione" non partecipando al viaggio a Tokyo per l'Expotour incriminato: "Ho mandato il vicepresidente Mantovani che ha viaggiato con 4 anziché 6 persone".