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Chiedeva sesso in cambio di permessi: condannato un dipendente del Comune di Brescia

Ha chiesto sesso ad alcune donne in cambio della sua firma sulle pratiche di agibilità di alloggi. Per questo un dipendente del Comune di Brescia di 57 anni è stato condannato a due anni e otto mesi di reclusione al termine del processo di primo grado. L’uomo, addetto allo sportello Edilizia della Loggia, era stato arrestato a marzo e sospeso dal suo incarico.
A cura di Francesco Loiacono
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Un dipendente del Comune di Brescia, Claudio L., è stato condannato a due anni e otto mesi di reclusione per induzione indebita. L'uomo, un 57enne addetto allo sportello Edilizia del Comune, era stato arrestato a marzo con l'accusa di aver chiesto sesso in cambio della sua firma sulle pratiche di agibilità di alloggi occupati da cittadini stranieri. Quattro i casi contestati: in tre episodi l'uomo, adesso sospeso dall'incarico e ai domiciliari, avrebbe chiesto favori sessuali a tre donne straniere in cambio del suo benestare sull'idoneità alloggiativa. Si tratta di un certificato che attesta che l'abitazione in cui vive il richiedente rispetta i requisiti richiesti e che è indispensabile per ottenere i ricongiungimenti famigliari: da qui si capisce l'importanza della pratica per i cittadini stranieri. Se alle donne l'uomo chiedeva favori sessuali, ai loro compagni e a un uomo (il quarto caso) chiedeva soldi in cambio della sua firma.

L'ultimo dei quattro episodi contestati al funzionario comunale risale allo scorso 9 febbraio: a denunciare il comportamento dell'uomo era stata una donna etiope, il cui racconto aveva fatto scattare le indagini da parte della polizia locale, che avrebbero accertato anche tramite telecamere le proposte indecenti fatte dal 57enne ad alcune donne. Il dipendente comunale è stato arrestato a marzo e sospeso dal suo incarico e ha atteso ai domiciliari la sentenza del processo di primo grado che è stata più lieve rispetto a quanto chiesto dall'accusa: il pubblico ministero aveva infatti chiesto per il dipendente comunale sei anni e otto mesi di reclusione. Il giudice ha deciso che l'uomo dovrà anche risarcire la Loggia per il danno di immagine: bisognerà adesso capire se il dipendente comunale presenterà ricorso.

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