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Chiede di portare a spasso il cane di uno stilista a Torino e lo rapisce. Ritrovato a Milano

Il rapitore è un cliente della boutique che da un anno “corteggia” il proprietario e in più occasioni ha ricevuto il permesso di portare in giro il suo cane. Lo scorso 10 settembre è uscito dal negozio per una passeggiata veloce ed è sparito nel nulla. Gli investigatori hanno scoperto che era tornato a Milano ma il microchip lo ha incastrato.
A cura di Salvatore Garzillo
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Wisi, il cane ritrovato a Milano
Wisi, il cane ritrovato a Milano

Si chiama Wisi, è un bell’esemplare di Weimaraner di 10 anni e la sua seconda casa è il laboratorio-boutique torinese del padrone, uno stilista di origini ivoriane. La storia di questo rapimento inizia lì quasi un anno fa, quando nel negozio entra un uomo di 30 anni che si innamora del cagnone a pelo raso. Lo sconosciuto accarezza e gioca con Wisi, sommerge di complimenti il proprietario e dopo alcuni minuti trova il coraggio di chiedergli se può portarlo a fare una passeggiata. Lo stilista non è sorpreso dalla richiesta, il suo bracco di Weimar attira da sempre l’attenzione e scatena la passione per i cani anche nei più duri di cuore. In genere resiste ma di fronte alle buone maniere del cliente e al suo entusiasmo (condivide perfino sui social l’incontro col cane) cede e gli concede una passeggiata. Dopo mezz’ora sono di nuovo lì in negozio, entrambi felici del giro nel quartiere.

 "Lo porto a fare un giro, torno subito"

L’uomo torna altre volte ma poi sparisce dalla circolazione. Fino al 10 settembre, quando riappare nella boutique in compagnia di un amico, ufficialmente per proporre allo stilista un colloquio di lavoro. Appena mette piede dentro ricominciano le feste per Wisi e ancora una volta ottiene il permesso per fare un giro con lui. Solo che stavolta dopo mezz’ora non torna e non torna neppure le ore successive. Il proprietario tenta invano di chiamarlo al telefono e all’ennesimo squillo a vuoto decide di denunciare il rapimento alla polizia di Torino. Il giorno dopo si presenta di nuovo in commissariato con i messaggi vocali del 30enne, d’un tratto diventato aggressivo, minaccioso e incredibilmente razzista. Con i pochi dati telematici in possesso gli investigatori scoprono che l’uomo abita nella zona del commissariato di Villa San Giovanni, a Milano, e i colleghi lombardi proseguono l’indagine riuscendo a individuare attraverso i suoi social le zone che frequenta più spesso.

Incastrato dal microchip

Il rapimento di Wisi termina ieri pomeriggio, quando i poliziotti si presentano al parchetto dove sta passeggiando col nuovo padrone. L’uomo nega tutto, spiega che quell’animale è con lui da anni ma il microchip non mente. Il 30enne, che ha diversi precedenti, è stato quindi denunciato per appropriazione indebita, minacce e diffamazione, mentre il cane è stato riconsegnato al vero proprietario.

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