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Cerimonia per Ramelli, Ignazio La Russa: “Il saluto romano non è apologia di fascismo”

Nel pomeriggio a Milano si è tenuta la cerimonia istituzionale per ricordare Sergio Ramelli, ragazzo del Fronte della gioventù ucciso nel 1975 da esponenti di Avanguardia operaia. Presenti tra gli altri il sindaco Beppe Sala e il vice presidente del Senato Ignazio La Russa: “Una pagina brutta e triste”, ha detto il sindaco. Più polemico La Russa, che ha criticato la decisione del prefetto di vietare il corteo dell’estrema destra di questa sera (che comunque si svolgerà) e ha ribattuto così a chi gli ha ricordato i tanti saluti romani che si vedono nei cortei per Ramelli: “Non è apologia di fascismo, quando si fa il presente se qualcuno alza la mano è un modo per ricordare un caduto”.
A cura di Francesco Loiacono
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Anche il sindaco di Milano Beppe Sala ha partecipato oggi pomeriggio alla cerimonia pubblica per commemorare Sergio Ramelli, il giovane del Fronte della gioventù (movimento giovanile del Msi) ucciso da esponenti di Avanguardia operaia nel 1975 a Milano. Sala è intervenuto nei giardini che portano il nome di Ramelli, parlando di una "pagina brutta e triste" e dicendosi disponibile a "dare la giusta dimensione possibile a quello che è successo". Alla cerimonia, la prima di una giornata che prevede anche un corteo non autorizzato dell'estrema destra (e contro manifestazioni organizzate dagli antifascisti), ha partecipato anche il vice presidente del Senato Ignazio La Russa: "Apprezzo molto che il sindaco sia venuto e apprezzo le sue parole di oggi – ha detto il senatore di Fratelli d'Italia – Avrei preferito che venisse con la fascia tricolore", ha però aggiunto La Russa, sottolineando il fatto che Sala non l'abbia indossata durante la commemorazione. "Vorrei che l'anno prossimo venisse come sindaco, ma non è una polemica, è una speranza".

La Russa: Non c'è mai stato nessun incidente nelle celebrazioni per Ramelli

Il vice presidente del Senato ha poi stigmatizzato "la crescente strumentalizzazione contro la ricorrenza del 29 aprile, in cui persero la vita non solo Sergio Ramelli ma anche un consigliere provinciale del Movimento sociale italiano, Enrico Pedenovi (ucciso da un commando di Prima linea nel primo anniversario della morte di Ramelli, ndr). Non è possibile che per i primi 20-25 quasi 30 anni dalla morte di Ramelli e Pedenovi noi abbiamo celebrato tranquillamente, con e senza cortei", ha detto La Russa: "Non è avvenuto mai il minimo incidente, quindi non apprezzo il divieto di questo governo (perché prefetto e governo rappresentano il governo). Un governo che ha anche un movimento di centrodestra all'interno non doveva tollerare questo divieto". Il riferimento è alla decisione del prefetto di Milano Renato Saccone che questa sera ha vietato la fiaccolata che era stata proposta dall'estrema destra autorizzando solo un presidio statico. Il corteo comunque ci sarà, nonostante i divieti.

Sui saluti romani: Non è apologia di fascismo

In favore della fiaccolata erano state raccolte le firme di oltre 60 tra politici e parlamentari di destra, inclusa quella dello stesso La Russa: "Io ho sottoscritto perché chi vuole fare una manifestazione ha il diritto di poterla esercitare: se poi commette degli errori c'è la magistratura, ci sono le forze dell'ordine. Se fanno i saluti romani ci sarà chi li fotografa, gli si fa il processo tanto poi vengono assolti", ha detto La Russa, che in veste di avvocato ha difeso personalmente una delle ragazze presenti oggi alla cerimonia e accusata proprio di apologia di fascismo. Un'accusa che secondo La Russa non ha senso: "La Cassazione ha detto dipende: il saluto romano diventa apologia di fascismo solo quando vuole indicare attraverso quel gesto qualcosa di violento, teso a esaltare il regime fascista". "Non si vieta comunque un corteo per ‘paura' che uno faccia il saluto romano – ha detto La Russa – Se qualcuno fa il saluto fascista sarà fotografato e la polizia lo denuncerà. Io non credo ci sia bisogno del saluto romano per ricordare Sergio Ramelli, è un'inutile esibizione. Ma quando si fa il presente se qualcuno alza la mano è un modo per ricordare un caduto".

Sia Sala sia La Russa sono poi tornati sul caso dello striscione neofascista in memoria dei Benito Mussolini esposto lo scorso 24 aprile da alcuni ultras laziali a piazzale Loreto: "La nostra Costituzione è
antifascista – ha detto il sindaco – Che possa piacere o meno questo è quanto". Polemica invece la risposta di La Russa che ha definito "offensivo" accostare quell'episodio alla morte di Ramelli: "Non c'entra niente con Sergio Ramelli quello che 40 ragazzi venuti da un'altra città hanno ritenuto in maniera folcloristica e sbagliata di fare", ha detto il vice presidente del Senato secondo cui ad avvelenare il clima politico (tante in questi giorni le provocazioni di matrice neofascista) è stato proprio il divieto di svolgere il corteo per Ramelli: "Io non so se è giusto fare i cortei per ricordare Sergio Ramelli: però se uno li chiede è sbagliato vietarli".

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