Cavalcavia crollato, nuovi limiti di peso su tre ponti lungo la superstrada Milano-Lecco
Prevenire è meglio che curare. Ma in Italia succede spesso il contrario: ci si muove solo a errore (o disastro) avvenuto. Succede anche dopo il disastroso crollo del cavalcavia lungo la superstrada 36 Milano-Lecco, costato la vita lo scorso venerdì al 68enne Claudio Bertini. In tre Comuni sono stati infatti decisi nuovi limiti di peso per i cavalcavia che attraversano la superstrada: a Bosisio Parini e Suello il limite è stato fissato a 4,4 tonnellate, mentre a Civate (dove risiedeva la vittima) il limite è di appena 3,5 tonnellate. Su quest'ultimo cavalcavia è stata infatti notata una crepa e si sono distaccati dei calcinacci.
La superstrada è riaperta da lunedì sera
Una notizia che non rasserena di certo i tanti automobilisti che percorrono la strada, riaperta lunedì sera dopo che la carreggiata all'altezza del crollo, ad Annone Brianza, è stata liberata. Le verifiche annunciate dal procuratore capo di Lecco su altri 25 cavalcavia nel tratto tra Milano e Chiavenna sono quanto mai urgenti e attese. Così come si attende l'esito dell'inchiesta aperta sul grave episodio di venerdì pomeriggio: disastro e omicidio colposo sono i reati ipotizzati, al momento senza indagati noti. A qualche ora dall'incredibile crollo è iniziato uno scaricabarile tra Anas e Provincia sulle responsabilità. Sarà compito della magistratura accertarle, anche per rendere giustizia alla famiglia della vittima, rimasta uccisa mentre tornava a casa dal lavoro e desiderosa solo di godersi il fine settimana con la famiglia.