Caso camici in Lombardia, verifiche in corso sul ruolo del governatore Attilio Fontana
Nel fascicolo aperto dalla procura di Milano per turbativa d'asta nella vendita di camici da parte di Dama, società del cognato del presidente della Lombardia Attilio Fontana, Andrea Dini, ora indagato, alla Regione nel momento di maggiore caos legato all'epidemia da Coronavirus, gli inquirenti stanno facendo verifiche sul ruolo del governatore stesso. Secondo quanto appreso, infatti, sarebbe stato evidenziato un interessamento del presidente lombardo Fontana nella modifica dell'acquisto in donazione, avvenuta su presunte pressioni di Fontana stesso. Al momento, comunque, il governatore Fontana non risulta indagato. Inoltre, secondo quanto riportato, dei 75.000 camici, 50.000 sarebbero stati donati ad Aria dopo il 20 maggio, data nella quale la vendita si trasformò in donazione, mentre Dama avrebbe cercato di rivendere i restanti 25.000. Inoltre, dagli atti, risulterebbe che la donazione, divenuta tale a fine maggio, non si sarebbe formalmente conclusa.
Ascoltati l'assessore Cattaneo e il presidente di Aria
Come riportato, il titolare della Dama srl, nonché cognato del governatore Fontana, Andrea Dini, è indagato dalla procura di Milano per il reato di turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente in merito all‘inchiesta sulla fornitura di camici alla regione Lombardia durante l'emergenza Covid. Anche il direttore generale della società Aria, incaricata di procedere con gli acquisti per la Regione Lombardia, è indagato con le stesse accuse. Inoltre, nei giorni scorsi sarebbero stati ascoltati dai pubblici ministeri, in qualità di testimoni, l'assessore Raffaele Cattaneo e Francesco Ferri, presidente di Aria. Sarebbe stato proprio Cattaneo a consigliare ad Aria di rivolgersi a Dama per avere una partita di camici, secondo le indagini della procura di Milano.
Acquisizione di documenti nella sede della Regione Lombardia
Poi, il Nucleo Speciale di Polizia Valutaria si è presentato nella sede della Regione per acquisire la documentazione relativa ai contratti di fornitura di camici durante l’emergenza Covid da parte della Dama spa, la società varesina di cui la moglie del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana detiene una quota. Il fratello, è proprio Andrea Dini. Come poi emerge dalle indagini condotte dalla procura, l'offerta di camici, per un valore di 513mila euro da parte della società del cognato di Attilio Fontana, non fu una donazione, ma una fornitura.