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Case popolari, il piano della Curia: cento alloggi ristrutturati a famiglie in difficoltà

Lo ha anticipato la scorsa settimana il cardinale Angelo Scola: Caritas e Comune di Milano stanno studiando un piano per ristrutturare cento alloggi e affittarli a canoni tra 150 e 300 euro al mese. Altri 150 alloggi saranno ristrutturati e assegnati da cooperative laiche.
A cura di Francesco Loiacono
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Lo aveva anticipato il cardinale Angelo Scola la scorsa settimana, durante la sua visita alle case popolari di via Salomone a Milano, periferia est della città. Lì, l'arcivescovo del capoluogo lombardo aveva potuto toccare con mano la condizione di degrado delle palazzine popolari: "A Milano non ci sono favelas ma forse c’è anche di peggio, come vediamo qui". Poi, però, il cardinale era andato anche oltre. Accennando a un piano concreto che la Curia, attraverso la Fondazione San Carlo e la Caritas, sta progettando insieme al Comune di Milano sul tema dell'emergenza abitativa, divenuto estremamente "caldo" nell'ultimo periodo: prendere in concessione dal Comune circa cento alloggi di medie dimensioni, intorno ai 50 metri quadri, ristrutturarli e assegnarli a famiglie in difficoltà con canoni che variano tra i 150 e i 300 euro.

Case popolari, il piano della Curia

Il piano di social housing riguarderà in tutto circa 250 alloggi: gli altri 150 saranno gestiti, con modalità simili, da alcune cooperative laiche come Darcasa e il Germoglio. I rappresentanti di queste associazioni hanno partecipato a un incontro con l'assessore comunale alla casa Daniela Benelli, per mettere a punto i dettagli di un bando da pubblicare all'inizio del 2015. Gli alloggi da assegnare saranno quelli vuoti – a Milano, tra case Aler e comunali, ci sono quasi 10mila alloggi vuoti – in vari quartieri della città: Niguarda, Giambellino e Stadera. I soldi per ristrutturare le case, disabitate da anni ma non fatiscenti, provengono dall'8 per mille: circa 2 milioni di euro, la spesa prevista dalla Curia. Resta da sciogliere ancora qualche nodo: il principale dipende dalla Regione Lombardia, che dovrà autorizzare lo stralcio dei 250 appartamenti da quelli presenti nelle liste di Edilizia residenziale pubblica, che contano circa 22mila persone in attesa dell'assegnazione di una casa. Il piano si presenta di difficile attuazione, ma il cardinale Scola è fiducioso: "La situazione non è bella, occorre attenzione e non bisogna cedere alla tentazione della violenza. Ma sono sicuro che se ognuno fa la sua parte, dalle istituzioni alla Chiesa, tutto si risolverà".

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