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Case e azioni “dimenticate”: la Procura chiede l’archiviazione per il sindaco Sala

La procura di Milano ha chiesto l’archiviazione per il sindaco Beppe Sala in merito alla mancata dichiarazione di alcune sue proprietà in un’autocertificazione compilata nel febbraio 2015. Secondo i pm non ci sono profili penali nella condotta del sindaco, ma solo illeciti amministrativi: Sala potrebbe pagare una sanzione. Attesa adesso la decisione del gip.
A cura di Francesco Loiacono
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Com'era prevedibile, si chiude con una richiesta di archiviazione da parte della procura di Milano la vicenda delle "dimenticanze" del sindaco Beppe Sala in un'autocertificazione compilata nel febbraio 2015. A quell'epoca Sala non era ancora emerso come papabile per la poltrona più importante di Palazzo Marino: era "solo" (si fa per dire) amministratore delegato e commissario unico governativo di Expo 2015. Proprio come amministratore pubblico aveva compilato un modulo richiesto dal decreto sulla trasparenza della Pubblica amministrazione. Modulo nel quale aveva però omesso alcune sue proprietà: due motocicli, quote societarie di due aziende (Kenergy spa e Tunari Real Estate srl in Romania), una casa in Svizzera e una villa con pertinenza a Zoagli, in provincia di Genova.

A circa un anno di distanza, il giornalista de "Il Fatto quotidiano" Gianni Barbacetto aveva scoperto le dimenticanze di Sala, poi ripreso dalle altre testate. L'allora candidato a sindaco di Milano aveva ammesso le dimenticanze, affermando però che si trattasse di sviste solo sull'autocertificazione: nelle dichiarazioni dei redditi (rese pubbliche dal manager) le tasse su tutte le proprietà erano state difatti regolarmente pagate. Già allora Sala aveva paventato l'ipotesi di pagare una sanzione per quelle che reputava delle sviste. E difatti così potrebbe essere.

Sala era stato iscritto nel registro degli indagati lo scorso aprile

Sala era stato iscritto nel registro degli indagati lo scorso 26 aprile, dopo l'esposto dell'allora consigliere comunale di Fratelli d'Italia Riccardo De Corato. La notizia della sua iscrizione era emersa soltanto il 24 giugno, dopo le elezioni amministrative, durante la prima uscita pubblica del sindaco con la fascia tricolore. Ma già a luglio, come riporta Luigi Ferrarella sul "Corriere della sera" (e come anticipavano fonti della procura già a giugno) la procura ha chiesto al giudice per le indagini preliminari Laura Marchiondelli di archiviare il fascicolo su Sala. Il motivo? Non ci sarebbe profilo penale nelle dimenticanze di Sala, ma solo una possibile sanzione amministrativa sulla quale, nel caso, deciderà il prefetto di Milano, Alessandro Marangoni. La decisione della procura deriva da una distinzione tra l'omissione di alcune informazione e la dichiarazione di informazioni false: è solo nel secondo caso che si rientra nel penale. Un caso che non riguarda però Sala, colpevole solo di aver fornito informazioni incomplete.

Adesso, se il gip accoglierà la richiesta della procura, l'archiviazione del sindaco di Milano diventerà definitiva. Un esito che potrebbe spegnere le – per la verità sterili – polemiche sorte in questi ultimi giorni dopo il caso Muraro a Roma, con i Cinque stelle che denunciavano una difformità di trattamento da parte della stampa delle due vicende di Roma e Milano. Vicende, però, affatto diverse tra loro.

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