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Casalpusterlengo, con la pistola all’esame di maturità: il 18enne in casa aveva 37 munizioni

I carabinieri hanno trovato 37 munizioni in casa del 18enne che martedì mattina si è recato all’istituto Cesaris di Casalpusterlengo per sostenere l’esame di maturità armato di pistola, estraendola e minacciando i professori. La scuola intanto assicura inquirenti e famigliari: “Lo studente non aveva manifestato alcun tipo di problema”, spiegano.
A cura di Chiara Ammendola
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Immagine di repertorio
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In casa sua i carabinieri hanno trovato 37 munizioni calibro 10, appartenenti proprio al revolver portato in aula durante l'esame di maturità che ha scatenato il panico di insegnanti e studenti. Lui, il 18enne di Terranova dei Passerini, in provincia di Lodi, autore del gesto è stato fermato e portato in ospedale per essere sottoposto ad accertamenti sul suo stato di salute: è stato denunciato per minaccia aggravata e porto abusivo di arma. Mentre i carabinieri allertati dai responsabili dell'istituto scolastico sono intervenuti sul posto e hanno iniziato le indagini per ricostruire l'accaduto ascoltando parenti e professori. Proprio durante una perquisizione in casa del 18enne i militari hanno trovato ritrovato 37 munizioni calibro 10.

Erano le 12.45 circa di martedì 23 giugno quando il ragazzo è entrato nell'aula dell'Istituto tecnico industriale Cesaris per sostenere l'esame di Stato: poco dopo aver messo piede in classe ha estratto dalla cintola dei pantaloni la pistola minacciando la commissione d'esame. A loro ha chiesto, anzi preteso, di essere promosso, a qualunque costo. È a questo punto che una docente componente della commissione, la professoressa Elena Cecconi, 52 anni, insegnante di educazione fisica all'Istituto Cesaris di Casale, è intervenuta per tentare di placare il giovane studente. "Ha estratto l’arma dalla cintola e l'ha mostrata alla commissione – ha raccontato la donna – a quel punto io ho cercato di avvicinarmi a lui, di farlo ragionare, di tranquillizzarlo, fino a quando non sono riuscita a prendergli la pistola che aveva fra le mani e che alla fine ci ha detto che era scarica. Sono stati momenti terribili".

La scuola: Il ragazzo non aveva mostrato alcun tipo di problema

Mentre lei cercava di calmare il ragazzo, parlando con lui e facendosi consegnare l'arma, una collega è riuscita ad avvertire il personale all'esterno dell'aula di quanto stava accadendo. C0sì è scattata la chiamata al 112. Nel frattempo la classe del ragazzo si è presa oggi un giorno di pausa. La scuola, secondo cui il maturando non aveva manifestato alcun tipo di problema, si dice "a disposizione delle autorità e della famiglia del nostro alunno per ogni tipo di collaborazione" e, in una nota, si dice "certa della professionalità della Commissione d'esame che nei prossimi giorni sarà chiamata a concludere i lavori".

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