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Cane poliziotto “fascista” a Monza: in tutta Italia sono 15 i pastori tedeschi antidroga “della Decima Mas”

Polemiche a Monza dopo che si è scoperto che uno dei cani antidroga in servizio alla polizia locale si chiama “Narco della Decima Mas”. La parte finale si riferisce al nome dell’allevamento da cui proviene l’animale, ma è anche il nome del famigerato corpo militare agli ordini di Junio Valerio Borghese che dopo l’8 settembre si schierò con i nazifascisti e si macchiò di crimini di guerra e rappresaglie anche contro civili. Dallo stesso allevamento però sono stati forniti alle forze di polizia italiane almeno altri quindici cani antidroga. Il titolare: “Ormai politicizzano tutto”.
A cura di Francesco Loiacono
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Uno dei cani antidroga della polizia (Archivio LaPresse)
Uno dei cani antidroga della polizia (Archivio LaPresse)

Un cane "fascista" al servizio della polizia locale di Monza? È il caso che ha agitato una seduta del Consiglio comunale della cittadina, capoluogo della provincia di Monza e Brianza, che ha visto un botta e risposta tra il consigliere comunale di minoranza del Partito democratico Marco Lamperti e l'assessore alla Sicurezza Federico Arena, della Lega. Il caso è scoppiato dopo che il consigliere dem ha letto, in una delibera sull'utilizzo dell'unità antidroga della polizia locale monzese, che uno dei cani in servizio si chiama "Narco della Decima Mas". La parte finale del nome si riferisce al famigerato corpo militare che, dopo l'8 settembre del 1943, agli ordini di Junio Valerio Borghese iniziò una stretta collaborazione con i nazifascisti favorendo l’occupazione tedesca del Paese: "La X MAS si rese responsabile in quei mesi di centinaia di torture, assassinii e deportazioni non solo di partigiani, ma anche di cittadini innocenti: le rappresaglie contro i civili inermi (tra cui donne e bambini) erano prassi per i nazifascisti – ha affermato Lamperti – La X MAS insomma derubava, violentava e uccideva al servizio dell’esercito nazista".

Il caso deriva dal nome dell'allevamento

Lo stesso Lamperti ha poi specificato: "‘Della X MAS' viene dal nome del suo allevamento, che pare essere uno dei migliori del Paese, ma che forse non meriterebbe le attenzioni delle istituzioni, visto questo tono vagamente nostalgico. Comprendo ci si volesse avvalere del miglior centro di addestramento, ma se proprio non si poteva rinunciare a quel povero cane si sarebbe potuto evitare di menzionare in un documento pubblico il nome per esteso di un’organizzazione militare che si rese protagonista dopo l’8 settembre di mostruosi delitti. Quanto meno per rispetto nei confronti delle vittime. Non è una banalità, perché l’orrore nazifascista non fu una banalità e trovo poco saggio banalizzare questioni di questo tipo".

La risposta dell'assessore Arena, ironica, lascia allo stesso tempo spazio per una riflessione: "Ho un goniometro e abbiamo verificato che l'ampiezza dell'angolo prodotto da Narco quando dà la zampa non è paragonabile a un saluto romano e nella sua cuccia non ci sono busti di Mussolini – ha detto il leghista rispondendo in aula all'interrogazione del consigliere dem – Quello è semplicemente il nome di pedigree riconosciuto dall'Ente nazionale cinofilo ed è un nome che hanno tanti altri cani poliziotto in Italia dato che l'allevamento addestra animali per questo tipo di attività. Narco non è un pericoloso fascista". Effettivamente, l'allevamento da cui proviene Narco si chiama "della Decima Mas" e si trova ad Agugliano, in provincia di Ancona. Già in passato uno dei cani dell'allevamento era stato al centro di un caso simile: nel novembre del 2016 il comune di Albenga, guidato dal centrosinistra, si era rifiutato di acquistare un pastore tedesco antidroga proprio a causa del nome della struttura.

In tutta Italia ci sarebbero una quindicina di cani fascisti

Già all'epoca il titolare dell'allevamento, Daniele Barbanera, aveva chiarito che il nome dell'allevamento era un omaggio a un parente (il nonno) e a un amico del padre, che facevano parte della Decima Mas. Barbanera aveva anche affermato, come ribadito dall'assessore, di aver venduto molti altri cani alle forze dell'ordine. Raggiunto al telefono da Fanpage.it il titolare dell'allevamento si è detto "dispiaciuto, perché politicizzano tutto… i cani non c'entrano niente". Barbanera ha raccontato che sono 25 anni che alleva quelli che vengono chiamati "i migliori amici dell'uomo". Ritornando sul caso di Albenga, ha anche affermato che in seguito il Comune cambiò idea e gli chiese nuovamente un esemplare del suo allevamento: "Ma io non gliel'ho dato". Barbanera ha poi anche rivelato una curiosità che certo fa riflettere: "Sono una quindicina in totale i cani allevati da me e che ho dato alle varie forze di polizia, carabinieri e guardia di finanza", che dunque già più volte si sono rivolte all'allevamento dal nome sinistro. Quindici cani antidroga in tutta Italia, di conseguenza, portano come affisso (una sorta di "cognome" del cane, che ne indica l'allevamento di provenienza), "della Decima Mas". Chissà se ora anche questi esemplari finiranno sotto i riflettori.

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