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Calciatore ucciso a Milano: Andrea La Rosa era ancora vivo quando fu messo nel bidone con l’acido

Andrea La Rosa, l’ex calciatore 35enne ucciso lo scorso novembre a Milano, era ancora vivo quando Raffaele Rullo e sua madre, Antonietta Biancaniello, lo chiusero in un bidone poi sigillato per farne sparire successivamente il corpo. Secondo la perizia sul cadavere, La Rosa sarebbe morto a causa di un mix tra la mancanza d’ossigeno e i fumi dell’acido versatogli addosso da madre e figlio, in carcere dallo scorso dicembre. Rullo è accusato anche di aver cercato di uccidere la moglie per intascare i soldi di una polizza vita.
A cura di Francesco Loiacono
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Era ancora vivo quando Raffaele Rullo e sua madre, Antonietta Biancaniello, lo chiusero in un bidone e lo ricoprirono d'acido per far sparire il suo corpo. Il dettaglio choc sulla morte di Andrea La Rosa, ex calciatore 35enne ucciso lo scorso novembre a Milano, emerge dalla nota riepilogativa delle indagini condotte dai carabinieri della squadra omicidi, oggi notificata ai due indagati, entrambi in carcere con l'accusa di omicidio. Finora si pensava che La Rosa, ex calciatore del Brugherio, fosse morto in seguito a una ferita al collo. Ma il colpo potrebbe essergli stato inferto quando il 35enne era già privo di sensi. Secondo la perizia sul cadavere, La Rosa sarebbe morto invece a causa di un mix tra i fumi dell'acido versatogli addosso da madre e figlio e la mancanza d'ossigeno.

La vicenda del 35enne La Rosa è agghiacciante nella sua brutalità. L'uomo, che lavorava come dirigente per la squadra di calcio del Brugherio, era scomparso lo scorso 14 novembre. La stessa sera si è consumato il delitto: stando a quanto ricostruito dal procuratore aggiunto di Milano Eugenio Fusco, La Rosa è stato attirato a Quarto Oggiaro, Milano, dove avrebbe dovuto partecipare a un incontro di affari con Rullo, che doveva restituirgli 38mila euro. L'ex calciatore aveva riferito a uno dei suoi calciatori di temere per la sua incolumità, ma Rullo lo avrebbe convinto dicendogli che all'incontro avrebbe partecipato anche la madre. E invece, proprio la donna, probabilmente già al corrente delle intenzioni del figlio, lo avrebbe aiutato nell'omicidio. La Rosa è stato attirato in una cantina in via Cogne, dove è stato addormentato con un potente sonnifero e poi rinchiuso in un grosso bidone per petrolio, poi sigillato. Probabile che la ferita al collo fosse il primo tentativo da parte dei due killer di smembrare il cadavere di La Rosa: Rullo, impiegato in una nota azienda d'informatica, sposato e con due figli, aveva fatto ricerche in proposito sul computer dell'ufficio. Il bidone con il cadavere di La Rosa era stato intercettato dai carabinieri il 14 dicembre 2017 (un mese dopo la sparizione di La Rosa) sull'auto della Biancaniello: dopo averlo tenuto nell'autorimessa di un conoscente (indagato per favoreggiamento per aver omesso di riferire informazioni su Rullo), la donna lo stava trasportando nel box del figlio per sciogliere il cadavere di La Rosa utilizzando 24 flaconi di acido. Il giudice per le indagini preliminari di Milano Livio Cristofano, che aveva convalidato il fermo e disposto la permanenza in carcere per madre e figlio, aveva parlato di un delitto che presentava "aspetti inquietanti e particolarmente riprovevoli, sia per la consumazione del reato e la preparazione dello stesso, sia per l'atteggiamento ‘post delictum' finalizzato a non rendere più riconoscibile o a disperdere definitivamente il corpo senza vita".

Rullo accusato anche di aver tentato di uccidere la moglie

Se il quadro relativo al delitto La Rosa non fosse già grave, a questo si aggiunge anche un'altra accusa a cui deve rispondere Raffaele Russo: quella di aver tentato di uccidere la moglie, simulandone il suicidio, per intascare i soldi di una polizza vita fatta sottoscrivere alla consorte, che copriva anche il suicidio. L'episodio sarebbe avvenuto il 5 ottobre del 2017, sempre con la complicità della madre di Rullo: l'uomo e la moglie avevano litigato il giorno prima, e quello seguente la moglie si era ritrovata con le vene tagliate dopo aver assunto benzodiazepine, senza però ricordare nulla dell'accaduto. A cercare di ucciderla in realtà sarebbe stato proprio il marito, evidentemente alla costante ricerca di soldi, con tutti i mezzi. Qualche mese prima, durante l'estate, aveva fatto stipulare la polizza vita alla moglie.

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