Bus dirottato e incendiato, i genitori dei bambini: “I nostri figli non sono più gli stessi”
Emergono nuovi dettagli delle testimonianze dei genitori che ieri, lunedì 16 dicembre, si sono presentati davanti ai giudici della prima sezione della Corte d'Assise per l'ottava udienza del processo contro Ousseynou Sy, accusato di sequestro di persona e tentata strage con l'aggravante del terrorismo, per aver tenuto in ostaggio e minacciato di morte 50 bambini di una scuola media di Crema su un bus. In loro presenza, la mamma che ha raccontato della paura della figlia quando in casa si impugnano coltelli, ha poi aggiunto che la bimba, "quando sente odore di benzina, ha conati di vomito", dopo averne respirati i fumi sul pullman che il 47enne ha poi dato alle fiamme nel tentativo – secondo l'accusa – di ucciderli tutti. Quel giorno, lo scorso 20 marzo, i bambini a bordo del mezzo tornavano a scuola dopo le ore di palestra: uno di loro è rimasto talmente segnato che ora, quando c'è educazione fisica, entra a scuola due ore più tardi per evitarla. Nessuno si sarebbe aspettato che l'uomo di origini senegalesi si sarebbe trasformato nel loro peggiore incubo, che tutt'ora li accompagna quotidianamente, tra ansie, angosce e timori di rivivere quel dramma.
Le testimonianze dei genitori: "Erano sereni e solari, ora sono spaventati e nervosi"
È questo quanto si evince dalle parole dei genitori che ieri, uno ad uno, hanno parlato coi giudici, evidenziando il danno psicologico che l'attentato gli ha provocato. Un padre, come riportato dalle colonne del Corriere, afferma che durante una passeggiata sua figlia, trovandosi di fronte a una rissa, è andata nel panico e lo ha implorato di andare via. Secondo i pubblici ministeri Alberto Nobili e Lucio Poniz, questi sarebbero gli amari risultati di un "massacro psicologico" operato da Ousseynou Sy, che nel corso di un'altra recente udienza ha negato di essere "un assassino e un terrorista". Eppure, da quel giorno, i bambini non sono più gli stessi. Lo sappiamo perché sono i genitori a raccontarlo, perché da "sereni e solari" sono diventati "spaventati e nervosi". Una madre riferisce della "paura" costante del figlio che "piange da solo". Un'altra parla di "incubi frequenti" che riguardano "rapimenti, sequestri e morti di gruppo", mentre un altro genitore racconta di quando arrivato in ospedale per sapere come stesse il proprio erede, quest'ultimo gli ha riferito come fosse "rassegnato a morire" pensando al "dispiacere che avreste provato".
Racconti agghiaccianti mentre l'ex autista prende nota
Sono racconti difficili da ascoltare e gestire, specie perché sono le parole dei bambini per voce degli adulti. È proprio ora che stanno uscendo i segni più profondi e forse dolorosi di una questione che non si è mai completamente risolta e che potrebbe metterci ancora tanto tempo. Come per la bambina che qualche giorno fa, come spiegato dalla madre ai giudici, si è messa a piangere al cinema perché nella fila dietro di loro "c'erano dei ragazzi che volevano stare vicini all'uscita. Lei pensava volessero bloccare la porta". E in tutto ciò, Sy, presente in aula all'interno della cella, ascolta attentamente prendendo appunti su di un quadernino. E dire che quel giorno non doveva essere nemmeno lui a condurre quel pullman: aveva chiesto il cambio turno ad un collega che, non avendo mai ravvisato comportamenti anormali di Sy, accettò.