Brucia un deposito abusivo di rifiuti nel Pavese: l’ombra della mafia dietro il rogo
L'ombra lunga e scura della mafia dietro l'incendio di un capannone, un'area di circa duemila metri quadrati a Corteolana e Genzone, nella provincia di Pavia, che nel pomeriggio di ieri è stata quasi completamente rasa al suolo da un incendio. Il capannone, dismesso da quasi 4 anni dell'ente comunale, era infatti adibito a deposito abusivo di rifiuti. Come dichiarato a Fanpage.it da alcuni operai che lavorano in una fabbrica di fronte all'area, negli ultimi tempi si era creato un sospetto viavai di camion che, soprattutto nel cuore della notte, ma non solo, venivano nel capannone per sversare rifiuti.
Insomma, l'incendio sarebbe riconducibile ai metodi della criminalità organizzata di "smaltire" i rifiuti indesiderati. Anche per questo, se in un primo momento era stata esclusa, gli inquirenti e i tecnici che sono stati impegnati tutta la serata di ieri e parte della mattinata di oggi nelle operazioni di spegnimento, propendono per l'azione dolosa: improbabile che, in un'area dismessa da tempo, possa essersi verificato un corto circuito che abbia generato le fiamme.
L'Arpa fa rientrare l'emergenza ambientale
Nel frattempo, dal tavolo tecnico che si è tenuto a Inverno e Monteleone e al quale hanno partecipato vertici della Prefettura, dell'Ats, della Protezione Civile e dell'Arpa – l'Agenzia regionale di protezione ambientale – dei comuni interessati dalla vasta nube di fumo sprigionatasi dal rogo, è emerso che non ci sarebbe nessun emergenza ambientale. Per valutare la composizione dei materiali arsi dalle fiamme e i loro effetti sul territorio bisognerà invece attendere l'esito delle analisi sui campioni prelevati dall'Arpa.