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Brescia, va all’Inps e scopre di risultare morta dal 2011: disavventura per una donna

Disavventura per una donna bresciana di 61 anni. Si è recata allo sportello dell’Inps per chiedere il Reddito di inclusione ma ha scoperto che per l’Istituto di previdenza sociale e l’anagrafe risultava morta dal 2011. Gli impiegati sbigottiti hanno successivamente corretto l’errore e la donna è “tornata in vita” a tutti gli effetti.
A cura di Francesco Loiacono
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Una donna bresciana di 61 anni, Pierina S., si è presentata agli sportelli dell'Inps della sua città e ha fatto un'inquietante scoperta: per l'Istituto di previdenza sociale e l'anagrafe risultava infatti morta dal 2011. A riportare la notizia è stato il "Giornale di Brescia". Il quotidiano locale spiega come la donna sia rimasta sconcertata quando, nel chiedere informazioni per il Reddito di inclusione, si sia sentita rispondere da un impiegato: "Signora, lei risulta morta sette anni fa". Alla base del tragicomico errore ci sarebbe stato un problema di comunicazione: la data della presunta morte della donna corrisponderebbe infatti al giorno in cui è rimasta disoccupata. Da disoccupata a deceduta, fortunatamente per finta: questo sarebbe stato il passaggio compiuto da qualcuno in qualche ufficio. Sono tanti i lati oscuri della vicenda, che risalirebbe a un mese fa: non ci si spiega come, in tutti questi anni in cui l'errore non era mai stato corretto, nessuno si sia accorto che una donna che risultava morta continuasse regolarmente a pagare le tasse o a percepire eventuali sussidi.

Sarebbero stati i servizi sociali comunali a scoprire l'errore e a comunicarlo, dopo che la donna vi si era rivolta per accedere al Rei. Per "tornare in vita" la 61enne si è dovuta recare di persona agli uffici dell'Inps in via Benedetto Croce. Allo sportello, degli increduli addetti hanno consegnato alla donna un certificato attestante il fatto che fosse ancora viva, che la 61enne ha poi consegnato all'Anagrafe. Per la donna la disavventura si è conclusa così, con il ritorno tra i mortali. Ma la vicenda solleva molti dubbi: chissà se vi sono altri casi simili.

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