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Brescia: associazione benefica organizzava ronde indossando uniformi con stemmi fascisti

Un’associazione benefica di Brescia, i Brixia blue boys, è finita nei guai a seguito di un’inchiesta della Digos. Dalle indagini è emerso che l’associazione si occupava senza averne le autorizzazioni di prevenzione della criminalità, organizzando ronde e indossando uniformi con stemmi non autorizzati, anche di matrice chiaramente fascista.
A cura di Francesco Loiacono
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Alcuni volontari dei Brixia Blue boys (Foto dalla pagina Facebook dell'associazione)
Alcuni volontari dei Brixia Blue boys (Foto dalla pagina Facebook dell'associazione)

Un'associazione benefica di Brescia, la Brixia Blue Boys, è finita nei guai a seguito di un'inchiesta della Digos. Stando a quanto emerso dalle indagini dei poliziotti bresciani l'associazione, in realtà un semplice gruppo di cittadini che non era registrato in prefettura, oltre all'attività di assistenza nei confronti di senzatetto ed emarginati (effettivamente documentata anche sulla pagina Facebook) si occupava, senza averne il titolo né le autorizzazioni, di "prevenzione e contrasto della criminalità". Lo faceva anche organizzando delle vere e proprie ronde indossando delle uniformi mai omologate, con stemmi che avevano indotto i cittadini a credere che si trattasse di un servizio di vigilanza autorizzato. Non era così. Non solo: su alcune delle uniformi dei membri dell'associazione, che secondo la Digos erano "organizzati gerarchicamente ed orientati politicamente verso ideologie di estrema destra", erano cuciti anche simboli chiaramente riconducibili al fascismo.

L'inchiesta della Digos, partita nelle scorse settimane, ha portato a denunce per "usurpazioni di funzioni pubbliche e porto illecito di armi e strumenti atti ad offendere" e a diverse perquisizioni durante le quali sono stati trovati e sequestrati manganelli, armi da taglio e un fucile detenuto illegalmente, oltre alle uniformi piene di stemmi. L'associazione, che su Facebook si definisce "al servizio del cittadino, dei deboli e degli emarginati meritevoli", ha commentato così l'inchiesta: "L'attacco politico del palazzo è partito….perché l'essere fastidiosi dando voce ad invisibili italiani e stranieri…è cosa nota da anni".

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