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Botta e risposta al vetriolo tra Beppe Sala e Matteo Salvini, che critica l’aumento del ticket

Scontro tra Salvini e Sala. Il ministro interviene contro il caro biglietti e consegna un avviso di sfratto a Palazzo Marino: “Cambiamo sindaco”. La risposta del primo cittadino: “Salvini pensi a fare quello per cui è pagato, l’Italia ha bisogno di un altro ministro dell’Interno”.
A cura di Valerio Renzi
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Botta e risposta al vetriolo tra il ministro dell'Interno Matteo Salvini e il sindaco di Milano Beppe Sala. Il botta e risposta è stato innescato dalla polemica sull'aumento del ticket previsto da Palazzo Marino, che prevede di far pagare una corsa in metropolitana 2 euro. Così Salvini, ospite in città ha attaccato: "Se un milanese è contento dell'aumento del biglietto me lo dica. Io non ne ho ancora trovato uno. Far pagare 2 euro a chi prende la metropolitana non mi sembra aiuti né i milanesi né l'ambiente". Poi la promessa di riconquistare la città: "Dopo aver cambiato l'Italia con il governo nazionale ci prepariamo a cambiare anche a Milano, cambiando anche il sindaco".

"Ora Salvini ha da dire anche sul biglietto della metropolitana. Ma prima o poi comincerà a fare quello per cui è pagato e cioè il ministro dell'Interno? – ha risposto Sala con un post su Facebook – Il ministro (a tempo perso) cominci a spiegare agli italiani quanti dei 600.000 Clandestini (come li chiama lui) da rimpatriare (come aveva promesso) sono stati effettivamente rimpatriati". Poi annuncia che è ora di cambiare non sindaco, ma ministro: "Un glorioso paese come l'Italia ha bisogno di un altro Ministro dell'interno".

Dopo cinque anni di amministrazione di Giuliano Pisapia e ora il mandato conquistato da Sala, il centrodestra milanese sogna di riconquistare al più presto il comune perduto. E lo vuole soprattutto Salvini – milanese e consigliere comunale fino solo a qualche settimana fa quando ha rassegnato le dimissioni – per il quale la riconquista del governo della città rappresenterebbe un altro tassello importante per la sua leadership e per l'egemonia della Lega nel centrodestra.

L'ultimo scontro tra Salvini e Sala poco più di 20 giorni fa, quando il primo cittadino di Milano si era schierato con i sindaci convinti che il Decreto Sicurezza vada cambiato, soprattutto per la parte che prevede la fuori uscita di titolari di protezione internazionale dai centri d'accoglienza: "Occorre valutare l'impatto sociale ed economico del decreto per le nostre città, già in difficoltà a causa di una legge di bilancio che ci ha tolto risorse: più persone saranno per strada senza vitto e alloggio, più saranno i casi di cui noi sindaci dovremo prenderci cura. Ministro, ci ripensi".

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