Boeri: “Pisapia si deve ricandidare, ma è necessario un cambio di marcia”
Nel 2010 si sfidarono per le primarie per il candidato sindaco di Milano. Poi, dal 2011 al marzo 2013, Stefano Boeri e Giuliano Pisapia hanno lavorato insieme nella giunta arancione, prima di dividersi a causa di qualche contrasto. Adesso che il sindaco mostra qualche tentennamento sull'eventuale ricandidatura, l'archistar Boeri, padre del Bosco Verticale, in un'intervista a Repubblica manifesta il suo punto di vista. Un sostegno tutt'altro che incondizionato a Pisapia. Ricandidarsi sì, ma con un deciso cambio di marcia, il senso della posizione espressa da Boeri. E le critiche non mancano.
Boeri: "Fatico a riconoscere Milano"
"Fatico a riconoscere questa mia città – dice Boeri a Repubblica -. Milano è sempre stata unica quando ha messo insieme i suoi due valori distintivi: la solidarietà e la creatività. È stato così ai tempi dei sindaci Greppi, Aniasi, Tognoli. In questi ultimi anni si è fatto molto sul piano della generosità e della solidarietà, ma poco su quello della sperimentazione, della creatività, del coraggio: ma se i due piani non viaggiano assieme, Milano non decolla". Tra gli aspetti negativi della gestione Pisapia, Boeri cita l'istituzione della città metropolitana, a suo dire un'occasione persa che "sembra quasi un’incombenza in più, un fastidio burocratico, invece che offrire la possibilità di sperimentare una politica nuova di grande respiro sulla casa, sul lavoro, sul territorio". E poi c'è la questione degli spazi occupati, con un'amministrazione che, nel caso del Leoncavallo – il Comune ha proposto di riscattare la sede del centro sociale in via Watteau dai proprietari, i fratelli Cabassi, cedendo in cambio le ex scuole di via Zama e una palazzina con alloggi mai finiti in via Trivulzio 18, ndr – si sarebbe prestata a "scambi indecenti".
"È il momento del cambio di marcia"
Ma la questione principale che divide Boeri dal sindaco Pisapia è l'Expo, e soprattutto la gestione delle aree dopo la manifestazione. "Mi dispiace non essere riuscito a convincere Pisapia a fermare gli appetiti di Formigoni e ad evitare di comprare quelle aree a un prezzo folle. Nessuno oggi, tranne il presidente di Assolombarda, Gianfelice Rocca, si sta occupando del post Expo, e mi dispiace vedere abbandonati progetti che coniugavano creatività e generosità, come il Forum Città Mondo". Non mancano i riconoscimenti all'operato della giunta, mai disgiunti però da qualche ombra: "Su molti aspetti questa amministrazione ha migliorato la città. I ceti medio e borghese vivono meglio, ma Milano nel suo complesso è stremata dalla crisi e non vede un futuro chiaro davanti a sé. Io sento che la delusione c’è: anche perché le aspettative, nel 2011, erano molto alte".
Alla fine, però, l'invito al suo ex sfidante Pisapia è quello di ricandidarsi, anche perché "io mi sento parte di questa storia e vivo con angoscia l’idea che Milano torni al centrodestra, dopo tutto quello che abbiamo fatto". Il suggerimento al sindaco è però quello di un deciso cambio di passo: "Io credo che questo sia il momento del cambio di marcia. Se Pisapia vorrà, saprà trovare la chiave per farlo".