Bimba autistica scomparsa a Serle, la procura chiude le indagini: “Iuschra è morta”
Non c'è più alcuna speranza: Iuschra Gazi, la bambina autistica scomparsa lo scorso 19 luglio tra i boschi di Serle, nel Bresciano, è morta. Ne è convinta la procura di Brescia che ha chiuso ufficialmente le indagini sulla scomparsa della ragazzina che al momento della scomparsa aveva 11 anni. Per gli inquirenti Iuschra è morta: nell'inchiesta per omicidio colposo figura come unica indagata un'operatrice della Fobap (Fondazione bresciana assistenza psicodisabili), associazione che si occupa di bimbi disabili. C'era lei sull'altopiano di Cariadeghe assieme a Iuschra e altri bambini: doveva essere una gita tra i boschi ma si è trasformata in un dramma apparentemente inspiegabile. Iuschra è riuscita a sfuggire alla sorveglianza dell'adulta che era con lei e si è messa a correre tra gli alberi, sparendo letteralmente nel nulla. Per giorni è stata cercata da vigili del fuoco, volontari, droni con telecamere termiche, elicotteri, cani molecolari., nel bosco e nelle tante grotte che caratterizzano la zona carsica: nulla. La procura non ha ritenuto plausibile nemmeno l'ipotesi avanzata dal padre della ragazzina, Mdliton Gazi, secondo cui sua figlia poteva essere stata rapita da qualcuno. Nessuna traccia, nessun indizio. E così, dopo quasi 230 giorni dalla scomparsa, è arrivata la svolta dolorosa ma prevedibile: si ritiene che la piccola Iuschra non possa essere sopravvissuta.
Distrutti i genitori
Adesso l'operatrice indagata per omicidio colposo avrà 20 giorni di tempo per presentare eventuali memorie difensive. Poi, come prevedibile, la procura chiederà il rinvio a giudizio per la donna: il processo è altrettanto scontato. Il dibattimento servirà a chiarire le eventuali responsabilità dell'operatrice nella scomparsa (e adesso purtroppo bisogna anche scrivere nella morte) della piccola Iuschra. I genitori della ragazzina, che non si erano mai rassegnati alla sua morte, sono comprensibilmente distrutti: continuano però a sperare di poter ritrovare il corpo della loro figlia, almeno per darle una degna sepoltura e avere un luogo in cui piangerla.