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Covid 19

Bergamo saluta i militari russi arrivati per aiutare contro il Covid: domani il rientro in patria

Bergamo ha salutato il contingente di medici e militari russi arrivato alla fine di marzo per aiutare la città alle prese con la grave emergenza sanitaria dovuta alla pandemia di Coronavirus. “Siete arrivati in uno dei momenti più difficili nella storia degli ultimi ottant’anni della nostra Regione e della città di Bergamo – ha detto il governatore Fontana – e avete portato il vostro aiuto concreto, ma anche amicizia e solidarietà”. Il contingente tornerà in Russia domani. Intanto l’ospedale da campo allestito alla Fiera di Bergamo non verrà smantellato.
A cura di Francesco Loiacono
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Bergamo saluta il contingente di militari russi arrivato alla fine di marzo per aiutare medici e infermieri nella lotta al Coronavirus. Nel corso di due distinti momenti nella mattinata e nel pomeriggio di oggi le autorità politiche e sanitarie regionali e cittadine hanno ringraziato il team composto da 28 medici, 4 infermieri e da altre figure come i sanificatori. Il personale sanitario è stato impegnato direttamente nelle corsie dell'ospedale Papa Giovanni XXIII e nel presidio dell'ospedale in Fiera dal 6 aprile, occupandosi in particolare dei pazienti ricoverati in terapia intensiva, mentre altri militari hanno contribuito a sanificare diverse strutture, tra cui numerose residenze sanitarie assistenziali della Bergamasca.

Adesso la missione "Dalla Russia con amore", organizzata dopo gli accordi raggiunti tra il presidente della Russia Vladimir Putin e il presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte, volge al termine: domani i medici e i militari infatti torneranno in Russia. "Grazie al contingente russo e in particolare al personale sanitario che ci ha supportato nel nostro Presidio medico avanzato fin dal primo giorno della sua apertura, dando un contributo fondamentale nella gestione dei pazienti, in particolare quelli più gravi", ha detto il direttore generale dell’Azienda socio sanitaria territoriale Papa Giovanni XXIII Maria Beatrice Stasi, -. Abbiamo fatto un lavoro importante e siamo un esempio di integrazione tra diverse istituzioni, che hanno dimostrato di saper lavorare insieme per dare una risposta veloce e qualificata ai bisogni di un territorio travolto da un’emergenza senza precedenti".

Fontana: Siete arrivati in uno dei momenti più difficili della nostra storia

Nel corso della conferenza stampa che si è tenuta nel pomeriggio all'Hotel San Marco di Bergamo, alla presenza tra gli altri anche dell'ambasciatore russo Sergey Razov, anche il governatore della Lombardia Attilio Fontana ha voluto porgere i suoi ringraziamento al contingente russo: "Siete arrivati in uno dei momenti più difficili nella storia degli ultimi ottant'anni della nostra Regione e della città di Bergamo in particolare – ha detto Fontana – in cui si stava verificando qualcosa che nessuno pensava si potesse verificare" e "avete portato il vostro aiuto concreto per cercare di far respirare un po' i nostri medici, i nostri infermieri, tutte le persone che ormai da un mese lavoravano in maniera indefessa. Ma ci avete portato anche un altro valore – ha aggiunto il governatore -. il valore dell'amicizia. E della solidarietà".

Il presidio in Fiera non sarà smantellato

La partenza dei militari russi coincide con l’avvio, anche per l'ospedale Papa Giovanni XXIII di una fase 2. "Fortunatamente a oggi la pressione per i ricoveri è terminata, ma il presidio in Fiera non perderà la sua funzione, che è quella di restare prudenzialmente allestito in vista di una possibile ripresa del virus, e di essere impiegato per tutti quei bisogni, ambulatoriali soprattutto, legati alla Fase 2 – ha detto il direttore generale -. Il Covid è una malattia che richiede anche controlli successivi alla dimissione e grazie a questa struttura avremo ulteriori spazi da utilizzare in tal senso". L'ospedale allestito dalla Protezione civile e dall'Associazione nazionale alpini alla Fiera di Bergamo, dunque, non sarà smantellato "se opportunamente sostenuto da Protezione civile e Ana", per supportare un'eventuale necessità di posti letto. Attualmente, d'altronde, vi sono ancora ricoverati "34 pazienti di cui 6 in terapia intensiva e 28 in degenza bassa intensità". La notizia del mancato smantellamento dell'ospedale in Fiera era stata annunciata anche dall'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera: "È un supporto per la ripresa delle attività ordinarie degli ospedali e nel momento in cui si dovessero verificare nuove emergenze o criticità".

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