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Bergamo, la Rianimazione dell’ospedale ora è Covid free: “Mai visto morire così tante persone”

“Non abbiamo mai visto morire così tante persone in così poco tempo e non le abbiamo mai viste morire da sole”. Così Luca Lorini, primario e direttore del dipartimento di Emergenza urgenza e area critica dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, ha ricordato a Fanpage.it il periodo più buio dell’emergenza Coronavirus che adesso, almeno nel reparto di Terapia intensiva del nosocomio bergamasco, sembra alle spalle. Dopo un picco di 100 pazienti Covid ricoverati, infatti, da pochi giorni la Rianimazione dell’ospedale è Covid free. “Il mondo e l’Italia non avevano capito bene quanto grave fosse la situazione”.
A cura di Francesco Loiacono
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"La morte fa parte della vita dei dottori, ma certamente non abbiamo mai visto morire così tante persone in così poco tempo e non le abbiamo mai viste morire da sole". Sono le parole che Luca Lorini, primario e direttore del dipartimento di Emergenza urgenza e area critica dell'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, pronuncia a Fanpage.it adesso che l'incubo Coronavirus, in quello che è stato l'ospedale simbolo della lotta al virus, sembra essere alle spalle. Mercoledì 8 luglio, infatti, dopo 137 giorni, l'ultimo paziente Covid è stato dimesso dalla Terapia intensiva del nosocomio, diventata così Covid-free. "Dai primi giorni (il 23 febbraio, ndr) in cui ricevevamo due-tre pazienti al giorno in terapia intensiva siamo arrivati al fatidico picco massimo del 16 marzo in cui sono arrivati 90 pazienti Covid al Pronto soccorso da ricoverare – dice Lorini accompagnando il giornalista di Fanpage.it Simone Giancristofaro tra i letti di Rianimazione, finalmente vuoti -. A quel punto lì abbiamo cominciato a espandere sempre più le terapie intensive".

Il picco: 100 pazienti Covid in terapia intensiva

Il picco è stato rappresentato da 100 pazienti intubati in terapia intensiva: "A un certo punto avevamo 100 pazienti in terapia intensiva, intubati, ventilati. Mentre l'ospedale a un certo punto ha avuto più di 500 pazienti Covid ricoverati". A proposito del dramma legato agli scarsi posti letto rispetto a quelle che erano le necessità, Lorini ricorda: "C'è stato un giorno nel quale avevamo 140 pazienti fuori dall'Area critica attaccati in modo diverso a forme di ventilazione non invasiva varie". La situazione critica "è andata avanti tutta marzo, e poi ha cominciato a calare lievemente nei primi 15 giorni di aprile", spiega Lorini.

Lorini: Si può vivere senza calcio, ma non senza sanità

Una situazione che più volte lo stesso Lorini ha denunciato, anche tramite post e dichiarazioni a mezzo stampa, "perché avevamo capito che il mondo e anche l'Italia stessa non avevano capito bene quanto grave fosse". Mercoledì 8 luglio, finalmente, anche il principale ospedale di Bergamo, città e provincia che hanno pagato un prezzo altissimo per la pandemia, ha potuto festeggiare la "chiusura" della Terapia intensiva. "La nostra celebrazione è durata due minuti – spiega Lorini – uno di silenzio per ricordare i pazienti che abbiamo perso e un minuto di applauso e festa, senza neanche stappare una bottiglia". Il primario è poi andato a casa e ha spento il cellulare per riflettere sul periodo appena trascorso, che a suo dire lascia un grande insegnamento: "Si può vivere senza calcio e senza film, ma non senza sanità, senza dei bravi medici non si può vivere". Da qui l'appello, anche alle istituzioni, a non dimenticarsi dei medici e a porre in cima alle priorità del Paese la salute della gente.

(Intervista a cura di Simone Giancristofaro)

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