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Bergamo: la procura chiede la cattura di Narciso Manenti, terrorista latitante in Francia

La procura di Bergamo è in attesa di informazioni dalle autorità francesi sul caso di Narciso Manenti, ex terrorista condannato in via definitiva in Italia per l’omicidio del carabiniere Giuseppe Gurrieri. Manenti vive in Francia da uomo libero: nel 1987 i giudici francesi avevano respinto la richiesta di estradizione, ma un anno e mezzo fa la procura ha emesso un nuovo ordine di cattura per il latitante. Manenti, che si è sempre professato innocente, in un’intervista ha detto: “Serve un’amnistia generale”.
A cura di Francesco Loiacono
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Il caso legato all'arresto e all'estradizione in Italia di Cesare Battisti, ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo (Pac), ha riaperto in qualche modo ferite mai completamente rimarginate legate a quel periodo buio della storia italiana etichettato come "anni di piombo". Si può spiegare così la ribalta mediatica di un caso che in realtà non ha elementi di contatto con quello di Battisti, se non per il fatto di afferire al fenomeno della lotta armata e che il protagonista della vicenda, Narciso Manenti, si trova all'estero e non ha scontato la pena a cui è stato condannato in contumacia in Italia. Diverse testate parlano in questi giorni di Manenti, 61enne originario di Telgate, in provincia di Bergamo, che da circa 40 anni vive in Francia, a Châlette-sur-Loing, un paese che si trova a cento chilometri da Parigi.

Manenti in Francia è un uomo libero: ha un'azienda che si occupa di alcuni lavori a domicilio, una moglie e tre figli. Ma in Italia deve scontare un ergastolo per l'omicidio del carabiniere Giuseppe Gurrieri, ucciso il 13 marzo del 1979 a Bergamo alta davanti agli occhi del figlio tredicenne del militare. Secondo i giudici italiani fu Manenti, alla guida di un commando dei "Nuclei armati per il contropotere territoriale", a sparare i colpi di pistola che uccisero l'appuntato dei carabinieri. Lui, invece, si è sempre professato innocente. Le autorità italiane avevano già chiesto l'estradizione di Manenti, negata dalla Francia con una sentenza da considerarsi "definitiva" pronunciata nel 1987 dalla Chambre d'accusation della Corte d'appello di Parigi. Durante l'esame della richiesta d'estradizione Manenti rimase in carcere per quattro mesi, l'unico periodo che non ha trascorso in libertà.

Da alcuni mesi, quando la cattura di Cesare Battisti era dunque ancora lontana, la situazione per quanto riguarda Manenti sembra essere cambiata. Un anno e mezzo fa il pubblico ministero di Bergamo Gianluigi Dettori, su spinta del nuovo procuratore della Repubblica Walter Mapelli, ha infatti emesso un nuovo ordine di cattura per l'ex terrorista bergamasco. E dalla Francia non è arrivato un atteggiamento di chiusura come avvenuto in passato: le autorità transalpine hanno anzi chiesto altri atti ai magistrati di Bergamo. Gli approfondimenti richiesti sono stati inviati a novembre e da allora in procura attendono una risposta dalla Francia.

L'intervista a Manenti: Pagina voltata, serve un'amnistia

Paese dal quale ha risposto Manenti, che all'indomani dell'estradizione di Battisti è stato intervistato da un giornalista del "Corriere della sera". Le sue risposte sono destinate ad alimentare polemiche, specie in un Paese come l'Italia dove lo spazio per una discussione civile e non urlata su qualsiasi argomento si è ormai ridotto al lumicino. Manenti, continuando a professarsi innocente per i fatti che gli sono stati contestati, ha proposto un'amnistia generale per quanto avvenuto negli anni Settanta: "Penso che dopo quarant’anni si potrebbe trovare una soluzione a questa vicenda, come già altre volte è stato fatto nella storia del mondo, nei Paesi civili", ha detto l'ex terrorista, sottolineando che si tratta di "una pagina che è stata voltata" e che chiudere quelle tristi pagine potrebbe essere importante anche per le famiglie delle vittime, perché "quando si va ancora a muovere queste storie penso che si faccia un torto enorme proprio a loro". Riguardo una sua possibile estradizione Manenti si è detto piuttosto tranquillo: "In Francia c’è una giustizia molto diversa da quella del Brasile e della Bolivia. Questo è uno stato laico e di diritto, è un po’ diverso". Intanto però la Lega, con il capogruppo alla Camera Riccardo Molinari e il deputato bergamasco Daniele Belotti, ha affertmato di aver intenzione di preparare una mozione per sollecitare l'estradizione "degli oltre 50 terroristi condannati in via definitiva e latitanti": tra di loro c'è anche Manenti.

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