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Bergamo, il cimitero simbolo dell’emergenza riapre al pubblico: messa nella chiesa senza più bare

A Bergamo il cimitero simbolo dell’emergenza riapre al pubblico. L’ingresso è limitato ed è necessario sottoporsi a controlli prima di accedere alla struttura. Nella giornata di lunedì 18 maggio è stata celebrata anche la prima Messa nella chiesa dove nel mese di marzo venivano sistemate le bare delle vittime del coronavirus cui non era possibile dare sepoltura.
A cura di Simone Gorla
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Ha riaperto al pubblico questa mattina il cimitero di Bergamo, uno dei luoghi simbolo dell'emerganza coronavirus divenuto tristemente celebre per le immagini delle file di bare in attesa di sepoltura disposte nella chiesa e per quelle dei camion dell'esercito che portavano via i feretri che non potevano essere cremati. Ora il primo ritorno alla normalità, pur con limitazioni e controlli.

Bergamo, il cimitero riapre al pubblico

I primi bergamaschi sono arrivati già all'alba per rendere omaggio ai propri defunti per la prima volta dopo mesi. L'ingresso è limitato e per entrare è necessario sottoporsi a controlli. Nella giornata di oggi, lunedì 18 maggio, è stata celebrata anche la prima Messa nella chiesa, con i posti limitati a 70 fedeli, più eventuali ulteriori 40 sul sagrato. Nell'edificio da cui, per tanti giorni, sono partite colonne di mezzi pesanti dell'esercito non è più ingombro di bare.

La chiesa simbolo senza più bare

È stato il sindaco Giorgio Gori a pubblicare, esattamente un mese, l'immagine che sanciva la fine dell'emergenza nel cimitero bergamasco. "La chiesa del cimitero di Bergamo vuota. Finalmente", aveva commentato il primo cittadino di Bergamo. Da marzo hanno fatto il giro del mondo le immagini della cappella del cimitero riempita di bare delle vittime del coronavirus.  Scene simili sono state documentate anche in altri edifici religiosi, come per esempio nella chiesa di Seriate. Il picco di morti ha sconvolto infatti tutta la provincia di Bergamo, con un numero di decessi stimato nel periodo di picco pari al quintuplo rispetto agli anni precedenti nello stesso. La situazione eraa arrivata a una tale gravità che le agenzie funebri e i crematori non erano più in grado di gestire l'enorme afflusso di salme, costringendo l'esercito a intervenire.

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