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Bergamo, costretta a prostituirsi a 17 anni, denuncia i suoi aguzzini e li fa arrestare

Sono quattro le persone arrestate nell’ambito di una vasta indagine che ha smantellato un’organizzazione dedita allo sfruttamento della prostituzione nelle province di Milano, Brescia e Bergamo. A far partire le indagini una delle ragazze costrette a prostituirsi, arrivata in Italia a 17 anni dalla Nigeria e vittima dei suoi sfruttatori per oltre due anni.
A cura di Chiara Ammendola
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È stato grazie al suo coraggio e alla sua denuncia che i carabinieri di Bergamo hanno potuto arrestare quattro persone, tutte di nazionalità nigeriana, che avevano messo in piedi un vero e proprio sodalizio criminale dedito allo sfruttamento della prostituzione. Lei è una ragazza oggi 22enne, ma che all'epoca dei fatti, quando è stata portata in Italia dalla Nigeria, ne aveva solo 17: era partita nell'estate del 2015 convinta da un amico di famiglia che le aveva promesso un futuro lontano dalla miseria e dalla povertà, in Italia, dove avrebbe potuto studiare e lavorare, essere accolta da una famiglia e magari un giorno pensare di creare una propria. Invece così non è stato, perché quando S.O. è arrivata in Italia si è trovata dinanzi a un presente fatto di botte e prostituzione.

Tacchi a spillo e parrucche per i clienti

A darle ordini c'era lei, la Madam Joy Ofoha, 28 anni, nigeriana, conosciuta come "Madame Blessing". Con la Madam, anche il compagno, il 37enne Osas Michael Oronsaye, oltre che Joy Ogiamien conosciuta come "Mamy" e Beauty John detta "Osas". Per loro il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Milano ha firmato quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere eseguite nella mattinata di ieri proprio dai militari di Bergamo. L'accusa per tutti è di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione continuata in concorso. S.O. ha raccontato alle forze dell'ordine di essere stata costretta prostituirsi tra Pioltello, Baranzate di Bollate, e Inveruno, dove viveva a casa dei suoi aguzzini. Costretta a indossare parrucche e tacchi a spillo, doveva attirare il maggior numero di clienti e consegnare i guadagni ai suoi aguzzini: dal 2016 al 2017 avrebbe consegnato a "Madam", circa 25mila euro dei suoi guadagni.

I riti juju per ricattarla

Ed è solo dopo oltre due anni che ha trovato il coraggio di ribellarsi, grazie all'aiuto di un amico, che l'ha convinta a raccontare tutte alle forze dell'ordine. Prima di partire, la 17enne era stata sottoposta anche a uno dei cosiddetti riti "juju", spesso utilizzati come ricatto: "Non scapperò mai dalla Madam, altrimenti morirò. Non parlerà alla polizia di Madam, altrimenti morirò. E non manderò soldi alla mia famiglia senza il consenso della Madam, altrimenti morirò", era stata costretta a ripetere durante un rito magico effettuato in Nigeria prima della partenza. Poi l'arrivo in Italia, i soprusi, le violenze, la prostituzione, fino al coraggio di ribellarsi, riuscendo a far arrestare i suoi aguzzini e ritrovando, forse un po' di libertà.

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