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Bergamo, 1.500 firme per revocare la cittadinanza a Mussolini: contrario il sindaco Gori

A Bergamo oltre 1.500 persone tra cui giovani, partigiani, il presidente della Provincia e il vicesindaco hanno firmato un documento in cui si chiede di revocare la cittadinanza onoraria concessa negli anni Venti a Benito Mussolini. Contrario il sindaco Giorgio Gori: “Sarebbe una rivincita a posteriori che non cambierebbe nulla”.
A cura di Francesco Loiacono
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Da un lato oltre 1.500 persone che, tramite la loro firma, hanno chiesto che la città di Bergamo ritiri la cittadinanza onoraria concessa a un concittadino di sicuro "ingombrante", Benito Mussolini. Dall'altro il sindaco della città orobica, Giorgio Gori, convinto che la cancellazione sia "un errore che denuncia una mancanza della necessaria distanza dai fatti della storia". Fa discutere quanto sta avvenendo nella città lombarda, alle prese con un caso che mostra come il passato del nostro Paese sia ancora divisivo e attuale. A parlarne è stato il quotidiano La Repubblica, che ha riportato l'iniziativa promossa da partigiani, giovani, consiglieri comunali e anche dal presidente della provincia di Bergamo Matteo Rossi.

La richiesta firmata da vicesindaco, assessori, giovani e partigiani

Tutti hanno firmato l'appello per revocare la cittadinanza concessa a Mussolini negli anni Venti, formalmente mai ritirata. Un documento che, forte delle firme tra gli altri del vicesindaco di Bergamo Sergio Gandi e di diversi assessori, sarà presentato in Consiglio comunale nei prossimi giorni, con l'auspicio che sul tema possa arrivare una presa di posizione ufficiale del Comune.

Per la direttrice dell'Istituto di storia della Resistenza e dell'età contemporanea, Elisabetta Ruffini, non si tratta di un "modo per cancellare la storia o per riscriverla", ma di "un atto di memoria importante" richiesto, tra gli altri, anche da molti giovani, oltre che da 10 vecchi partigiani che hanno preso parte alla Resistenza. Ed è proprio a 70 anni – ormai quasi 71 – di distanza da quegli avvenimenti che, come spiegano i firmatari del documento, "appare più che mai sensato date un segnale forte" e "prendere posizione su tematiche storiche che riguardano la collettività".

Gori: "Sarebbe una rivincita a posteriori che non cambierebbe nulla"

Anche il primo cittadino di Bergamo Gori, però, usa il temine memoria, ma in senso differente: "Se la storia è memoria quegli avvenimenti meritano di essere preservati", aveva scritto in una lettera indirizzata al quotidiano locale L'Eco di Bergamo. Per il sindaco la cancellazione della cittadinanza onoraria a Mussolini sarebbe "quasi una sorta di rivincita a posteriori che però non cambierebbe nulla".

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