Milano riabbraccia la "sua" Silvia Romano. In via Casoretto, alla periferia Est della città, tra striscioni e campane a festa si è consumato l'ultimo atto di una drammatica vicenda iniziata nel novembre del 2018, e conclusasi dopo ben 18 mesi con il lieto fine che tutte le persone dotate di un minimo di umanità auspicavano: il ritorno a casa. Il ritorno a casa di una ragazza di 25 anni, partita come volontaria per l'Africa, il Kenya, per portare lì il suo sorriso radioso e aiutare "a casa loro" quelle persone che secondo alcuni – perché è questa la realtà – non meriterebbero di essere aiutate da nessuna parte: né in Italia, né in Africa, né in mezzo al mare mentre affogano.
Il sorriso di Silvia, per qualcuno quasi una colpa
Silvia invece "a casa loro" ci era andata davvero. Forse è stata tradita, quindi è stata rapita e tenuta in prigionia in sei diversi covi per 18 mesi, tra Kenya e Somalia. Sabato la giovane volontaria è stata liberata. Al suo rientro, all'aeroporto di Ciampino, dalla scaletta è apparsa con quel sorriso che chi le ha voluto bene in questi lunghi mesi non aveva mai dimenticato. Quello stesso sorriso che, per una parte speriamo sempre più minoritaria di persone, non è stato una bella notizia: è stato anzi la conferma dei loro sospetti e di un incomprensibile rancore, una colpa, l'ombra che ha dato la stura a tutta una serie di congetture degne delle migliori teorie del complotto. E allora ecco tutti i discorsi sul vestito tipico somalo, sul "giallo" della conversione, sul presunto matrimonio, sui soldi del riscatto.
Bentornata Silvia, la tua Milano ti riabbraccia felice per tutto ciò che sei e rappresenti
Di tutto ciò, ai milanesi che da sabato hanno iniziato a gioire per la notizia della liberazione di Silvia e che ieri alle 14 hanno applaudito al suo atterraggio a Ciampino, importa poco. A loro, e vogliamo credere che siano la maggioranza, interessava solo rivedere il sorriso di Silvia a casa sua, a Milano. Che ora si chiami Aisha e che abbia abbracciato la fede musulmana non cambia niente per chi vede in questa 25enne una giovane di buona volontà e nella sua liberazione una delle rare buone notizie di un 2020 finora terribile. Bentornata Silvia, la tua Milano ti riabbraccia felice per tutto ciò che sei e rappresenti.