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Ballottaggio Milano: in tv Parisi combattivo, Sala nervoso fa autogol sulle doppie file

A SkyTg24 è andato in onda il confronto tra Parisi e Sala in vista del ballottaggio del 19 giugno. La posta in palio rende nervosi entrambi i candidati sindaco a Milano, ma Parisi sembra incanalare meglio il nervosismo e alla fine risulta più efficace. Nel confronto Sala si scaglia più volte contro il parcheggio in doppia fila: ma un video su Dagospia lo ha immortalato proprio con l’auto in sosta vietata.
A cura di Francesco Loiacono
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A dodici giorni dal ballottaggio del 19 giugno Stefano Parisi e Beppe Sala tornano a confrontarsi negli studi televisivi di SkyTg24 che li avevano ospitati già poco prima del primo turno delle amministrative milanesi, che si è tenuto lo scorso 5 giugno. Mentre l'esito del primo confronto televisivo era ritenuto però quasi ininfluente (dal momento che il ballottaggio era ritenuto quasi scontato), questa volta la posta in gioco è più alta: per i due manager, candidati per il centrodestra (Parisi) e per il centrosinistra (Sala) alla poltrona di sindaco di Milano, l'ulteriore prova delle urne sarà senza appello.

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Ed è forse proprio il nervosismo per la posta in palio a giocare un brutto scherzo ai candidati. Entrambi appaiono più nervosi del solito, ma mentre Parisi convoglia il nervosismo in un atteggiamento combattivo, Sala sembra più bloccato e meno empatico del solito (e l'empatia non è mai sembrata una delle caratteristiche migliori di mister Expo). E così, alla fine, lo riveliamo subito: il vincitore di questo confronto, almeno secondo gli addetti ai lavori, è proprio Parisi. Anche perché Sala – all'oscuro di un video di Dagospia che lo ha ripreso mentre parcheggia in doppia fila – scivola sul tema della "lotta alle doppie file" almeno un paio di volte durante il confronto. Ma è fortunato: nemmeno Parisi (e il suo staff) evidentemente sono al corrente della cosa, e almeno in tv lo scivolone è senza conseguenze. Vedremo però se ce ne saranno nei prossimi giorni (intanto, Sala se ne è andato dagli studi di Sky dribblando le domande dei giornalisti).

Prime domande: visioni di Milano e lotta alla mafia

Il confronto (quasi le stesse regole del precedente, risposte di massimo un minuto e mezzo, tre diritti di replica, domande incrociate dei supporter dei due candidati e appello finale) si apre con le domanda del conduttore Gianluca Semprini sulle diverse visioni di Milano dei candidati. Non c'è molto di nuovo rispetto a quanto emerso durante le campagne elettorali. Parisi ha "un'idea di Milano molto aperta", di una città "più sicura, che gestisce in modo più corretto e meno ipocrita l'immigrazione e che si occupa degli ultimi, delle periferie". Le periferie, lì dove Sala ha preso meno voti rispetto al suo avversario, sono una priorità del manager di centrosinistra assieme alla tutela dell'ambiente.

Parisi: "A Milano la mafia non si è insinuata nella politica"

La prima stoccata tra i due arriva quando si parla di Milano capitale morale e di lotta alla corruzione e alla mafia: "Sulla mafia non bisogna mai allentare l'attenzione – afferma Sala – noi abbiamo sottolineato l'importanza della Commissione antimafia ma non è così per tutti". Il riferimento è a quanto affermato da Parisi (che aveva detto che avrebbe cancellato la Commissione), ma il candidato di centrodestra precisa il suo pensiero: "E' quasi inutile dare le liste dell'antimafia alla Bindi", dice, in quanto "la responsabilità della trasparenza della politica è in capo alla leadership". Parisi poi se ne esce con una dichiarazione forte: "A Milano la mafia non si è insinuata nella politica, né nelle giunte di centrodestra né in quelle del centrosinistra". Se può essere vero in ambito cittadino, non serve molta memoria per ricordarsi della vicenda che vede indagato per voto di scambio mafioso l'ex assessore alla Casa della Regione Lombardia Domenico Zambetti (arrestato e a processo, ma la cui vicenda processuale è però ancora in corso).

La comunità cinese e l'accoglienza: scontro su Alfano

Quando ai due candidati viene mostrato il nome di Milano scritto in ideogrammi cinesi nessuno riesce a capirlo. Il tema è il futuro di via Sarpi: "Una realtà importante di Milano, riqualificata dalla Moratti quando Sala era suo direttore generale", dice Parisi, che poi dice che però ci sono "realtà di commercio all'ingrosso che devono essere spostati, ma non all'Ortomercato – idea di Sala, ndr – perché è un demanio pubblico che deve essere messo a gara. Il tema è convincere la comunità che è meglio fare attività all'ingrosso in periferia o fuori Milano".

Per Sala invece "via Sarpi è un modello che funziona ma c'è poca integrazione tra italiani e cinesi. Ma non gettiamo la croce addosso ai cinesi". Anche per Sala "si deve mettere mano al tema della logistica, creando micro aree della logistica nelle vie vicine". E poi ribatte a Parisi: "Il sindaco può spostare all'Ortomercato la logistica".

Ci si sposta poi sul tema dell'accoglienza dei migranti, con una foto dei profughi accampati alla stazioen Centrale. Sala parla di numeri "Milano ha accolto 92mila migranti negli ultimi due anni e mezzo". Poi però inizia una querelle su Alfano: "Se i migranti arrivano qui è perché l'amico di Parisi Alfano ce li manda", afferma Sala. Parisi ha modo di ribattere mettendo a segno un punto vincente: "Il mio ‘amico' Alfano è membro del governo Renzi con cui Sala era abbracciato l'altro giorno". Sull'argomento entrambi usano il diritto di replica, ma è sempre Parisi a uscirne meglio: "Parisi ha delle idee non chiare. Non è il governo, è il Viminale" a occuparsi del tema immigrazione, dice Sala. Replica Parisi: "Il governo è unico. E Renzi ha detto che il tema dei profughi non è un'emergenza".

Parisi: "Dove tirerei il rigore? Nessun calciatore avverte prima"

Uno dei pochi momenti di distensione del confronto si registra quando il conduttore, riprendendo la metafora calcistica del rigore usata da Renzi, chiede ai due candidati dove lo tirerebbero: se a destra o a sinistra, per convincere gli elettori al ballottaggio. Parisi usa l'ironia: "Non si è mai visto un calciatore che avverte prima – dice sorridendo. Poi torna serio: "Io mi rivolgo a tutti coloro che hanno espresso un voto di cambiamento. I grillini sono liberi di votare dove vogliono". Sala si mostra sicuro di sé, al limite della spocchia: "Al momento sono in vantaggio io, ma vedremo. Mi rivolgerò a tutti coloro che sono in accordo col mio programma. Bisogna parlare dei programmi. Coi grillini ci sono punti in comune".

Sicurezza: ancora scontro sui vigili di quartiere

Sul tema della sicurezza si consuma un nuovo scontro riguardo i vigili di quartiere. Con Parisi che continua a ripetere che la giunta Pisapia li ha tolti e Sala che ribatte: "E' una bugia".

Il momento quiz: entrambi i candidati non brillano sulla cultura

Come nel precedente confronto, anche in questo il conduttore Gianluca Semprini sottopone i due candidati a un quiz. L'argomento in questo caso è l'arte: a Parisi e Sala vengono mostrati due quadri custoditi nella Pinacoteca di Brera. Si tratta della "Cena in Emmaus" di Caravaggio e della "Rissa in Galleria" di Umberto Boccioni. Parisi ci va più vicino: "E' un Caravaggio, ma non so quale". Sala azzecca il movimento artistico: "E' il Futurismo", ma sbaglia autore: "E' Balla".

Sala: "Milano sta vendendo quota in Serravalle per 100 milioni"

Il confronto affronta il tema della possibile vendita di quote delle partecipate del Comune per fare cassa. Parisi è per vendere quote di A2a solo quando il mercato sarà favorevole, e ritiene invece che per "riqualificare case popolari e aree degradate servano risorse proprie". Sala approfitta della tribuna televisiva per fare un annuncio: "Do una notizia. Milano sta partecipando alla vendita della quota di Serravalle, che vale 100 milioni". Soldi che servono per la riqualificazione delle periferie.

Inquinamento: Sala sbaglia i giorni di sforamento dei limiti di Pm10

Per quanto possa valere in un confronto, anche sul tema dell'inquinamento Sala appare meno in forma di Parisi. L'ambiente è uno dei due pilastri della sua proposta, eppure quando il conduttore gli chiede per quanti giorni nel 2015 Milano ha sforato i limiti di concentrazione di Pm10 previsti dalla norma europea Sala sbaglia: "Meno di cento". Ma sono 101, come correttamente dice Parisi. Per il candidato di centrodestra il blocco del traffico non serve: le priorità sono rinnovare il parco macchine e il parco caldaie. Anche per Sala il tema è pensare a misure di lungo termine. Ma qui per il candidato di centrosinistra arriva la prima scivolata sul tema del parcheggio: "Non vedremo i milanesi parcheggiare sui marciapiedi", dice, proprio nel giorno in cui viene sorpreso a parcheggiare in doppia fila.

Sala: "Regolarizzerò il Leoncavallo"

La parte finale del confronto si apre sul tema della possibile regolarizzazione del Leoncavallo, storico centro sociale milanese. Parisi è contrario, mentre Sala conferma: "Regolarizzerò il Leoncavallo. Il problema è dare regole, non far finta che non esistano le cose". Ma Parisi ribatte: "Legalizzare vuol dire dare spazi comunali ai Cabassi? Perfino Basilio Rizzo ha votato contro la regolarizzazione".

Domande dei supporter: Sala e Parisi se la cavano

A differenza dallo scorso confronto, quando Sala apparve in difficoltà su una domanda di un supporter di Parisi su un presunto conflitto di itneressi tra le aziende che hanno lavorato per Expo e i finanziatori delal sua campagna, in questo caso il candidato di centrosinistra si destreggia bene. Il supporter di Parisi chiede se, sopo essere stato scelto da Renzi, Sala lo rinnegherà. Lui incalza: "Che mi si faccia passare per l'uomo scelto da Renzi non mi va bene. Io mi sono scelto da solo, Parisi è stato scelto ad Arcore da Berlusconi, in una casa che non ha portato bene all'Italia. Io non rinnego nessuno ma sono Beppe Sala". Anche Parisi però se la cava: la supporter di Sala chiede conto del presunto mancato rispetto delle pari opportunità nelle liste elettorali di Parisi, ma lui ribatte: "Non so se ha mai sentito parlare di democrazia. Abbiamo donne nelle liste ma poi ci affidiamo al voto, se hanno votato più uomini lo hanno deciso loro".

Parisi si innervosisce sulla sua azienda

Il clima si surriscalda quando il conduttore affronta il tema del possibile conflitto di interessi in seno ai due candidati. Qui Sala è ormai più rodato: "Moltissime aziende hanno lavorato con Expo, Jakala non è finanziatore della campagna, è uno degli azionisti. In totale trasparenza dichiareremo tutto". Parisi invece si infervora quando il conduttore esprime qualche dubbio sull'andamento della sua azienda: "Non so chi glielo ha detto, Chili cresce molto bene, le startup vanno bene. Non c'è stato alcun patto con Berlusconi", dice poi Parisi, che alla fine ironizza: "Purtroppo no".

Parisi: "Sì a nuovi grattacieli". Sala: "Referendum sui Navigli"

I due candidati si confrontano poi sulla possibilità di costruire nuovi grattacieli e sulla riapertura dei Navigli, uno dei sogni (mai nascosti) di Sala. Parisi si mostra pro-grattacieli: Ce ne saranno di nuovi, se vogliamo Milano più verde. Il grattacielo Unicredit ha tolto 50mila macchine dalla strada". Per Sala, invece, che sottolinea come l'invenduto nei nuovi palazzi sorti a Milano sia consistente, non è il momento giusto: "Ma non ho niente contro i nuovi grattacieli". L'ex commissario di Expo poi ritorna sul progetto di riapertura della cerchia interna dei Navigli: "Se diventerò sindaco entro il 2017 chiederemo un referendum ai milanesi". Forse dimenticando che un referendum in tal senso c'è già stato. Parisi sembra più concreto: "Milano in questo momento non ha la forza di assorbire un cantiere di questa portata, e se ci sono risorse le si occupano per le case popolari".

L'autogol di Sala: "La doppia fila va combattuta con la tecnologia"

Quando il conduttore fa alcune domande ai due candidati su alcuni punti inseriti nei loro programmi, arriva il clamoroso autogol di Sala: "Il tema della doppia fila va combattuto con la tecnologia", dice il manager, ignorando che negli stessi momenti circola sul web un video che lo ritrae proprio in sosta vietata, davanti a un parcheggio dei motorini. E' uno dei momenti più imbarazzanti per il candidato di centrosinistra, che però, come ripetuto, in quel momento non sa di trovarsi già al centro di un piccolo "caso" mediatico.

Chiusure di campagne: niente Renzi per Sala, Parisi non farà comizi

La parte finale del confronto affronta il tema dell'eventuale supporto di Comunione e liberazione ai candidati. Sala ripete di non essere "uomo da barriere", e ricorda che "una società della Compagnia delle opere – FOndazione porgeto Arca, ndr – si occupa di accoglienza dei migranti", dando un aiuto concreto. Più esplicito nella sua apertura Parisi: "Cl è dentro la nostra visione della società, noi l'abbiamo accolta con candidati e voti, mentre la sinistra (non Sala) l'ha proprio espulsa dalle liste".

Sulla possibilità per le coppie dello stesso sesso di avere dei figli entrambi i candidati si dichiarano contrari, anche se adducendo motivazioni diverse: Parisi esplicita la sua contrarietà "All'utero in affitto", mentre Sala recita la parte del sindaco rispettoso della legge: "Rispetterò la legge qualunque essa sia".

Infine, le chiusure di campagna elettorale. Sala dubita che Renzi sarà di nuovo con lui su un palco e usa una definizione del comico Bertolino per parlare del presidente del Consiglio: "Renzi è un po' ‘ganassa' – spaccone in milanese, ndr – come lo sono anch'io", dice Sala. Parisi invece dice che non farà comizi: "Faremo una grande festa, ma parlerò soltanto io", dice, dribblando le polemiche tra Salvini e la Gelmini sulle preferenze.

Gli appelli finali

Come sempre il confronto si conclude con gli appelli finali. Un po' blandi, per la verità: ma d'altronde le cose da dire sono sempre le stesse, e la fatica si fa sentire. Inizia Parisi, che ricorda come quattro mesi fa abbia deciso di abbandonare la sua vita privata e di imprenditore "per occuparmi a tempo pieno della campagna. E' stato un momento fantastico, stiamo costruendo la nuova politica per le persone deluse", dice. E poi lancia un appello al voto: "Spero che il 19 la gente venga a votare, si può riprendere il percorso di sviluppo della città".

L'appello di Sala inizia negli stessi termini: "Sono prondamente milanese e felice di aver fatto questa scelta". Poi però accelera e gioca come sempre il jolly dell'Expo: "In questo momento mi sento molto sicuro della nostra e mia proposta. Penso di essere una persona che ha le visioni e la capacità di lavorare a lungo termine. Oltre alla visione – aggiunge – ho la determinazione folle di portare a casa le cose che prometto. L'ho fatto a Expo, lo farò per Milano".

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