Baffi, neo presidente della commissione d’inchiesta lombarda: “Lavoro in una Rsa, so di cosa parlo”
Cerca di rispondere alle polemiche Patrizia Baffi, eletta ieri presidente della Commissione d'inchiesta sulla gestione dell'emergenza Coronavirus in Lombardia con i voti della maggioranza, oltre al suo. Una "convergenza" tra Lega e Italia viva (la Baffi, ex Pd, è l'unica consigliera regionale renziana al Pirellone) che non ha mancato di infuocare il clima politico, anche perché concretizzatasi proprio mentre a Roma Renzi e soci si astenevano sul voto per mandare a processo il leader del Carroccio Matteo Salvini per la vicenda Open arms. In un'intervista al "Corriere della sera" Baffi respinge l'idea "di scambi politici a chissà quali livelli" e spiega anche il motivo di alcune sue scelte contestate in passato, come quando non partecipò al voto per sfiduciare l'assessore lombardo al Welfare, Giulio Gallera: "Credevo nella necessità di questa commissione d'inchiesta. E quel voto contro l'assessore alla sanità disconosceva quel percorso" e "lo ritenevo un autogol politico per lo stesso centrosinistra. E avevo ragione".
Ho contrastato delibera sulle Rsa, ma non è causa di tutti quei morti
Un altro passaggio importante dell'intervista è sulla controversa delibera dell'8 marzo, di cui è artefice lo stesso Gallera, che ha consentito ad alcuni malati Covid-19 a bassa intensità dimessi dagli ospedali di essere ospitati in alcune Rsa, le Residenze sanitarie per anziani in cui il virus ha dilagato, facendo migliaia di morti: "Ho contrastato quella delibera, presentando anche diversi emendamenti. Ma con onestà intellettuale bisogna dire che non è stato quel provvedimento a causare tutti quei morti", dice Baffi, che risponde poi a chi ha parlato di un presunto conflitto d'interessi proprio per via del suo incarico (ricoperto fino al 2018, adesso è in aspettativa), all'interno di una Rsa: "Sono di Codogno e in una Rsa ci lavoro – rivendica la consigliera renziana -. So di cosa parlo: le residenze sono state abbandonate a se stesse, senza dispositivi di sicurezza né protocolli".
Renzi mi ha chiesto di ripensarci
La sua elezione a presidente della Commissione d'inchiesta rischia di farla fallire ancora prima di partire. Pd e M5s hanno infatti annunciato che si ritireranno dai lavori, dando vita a una commissione parallela. Una situazione che si potrebbe sbloccare con la rinuncia alla presidenza da parte di Baffi, invitata al passo indietro dallo stesso Renzi – "Mi ha telefonato" – e anche dal coordinatore nazionale di Italia Viva, il vice presidente della Camera Ettore Rosato: "Patrizia Baffi sarebbe un’ottima Presidente della Commissione d’Inchiesta sulla sanità lombarda, sia per competenza che per storia personale – ha dichiarato il deputato -. La vergognosa strumentalizzazione della vicenda da parte del Pd impone però scelte nette, come sappiamo fare noi. Invitiamo Patrizia a dimettersi. A noi le poltrone non servono, lasciamole al Pd". La Baffi però non intende lasciare: "Credo troppo in questa commissione: è l'opportunità di fare una diagnosi delle cose che non sono andate e di trovare una cura per la sanità lombarda". L'intenzione della neo presidente è quindi quella di rilanciare, chiedendo a Pd e M5s di ripensarci e unirsi ai lavori e al centrodestra "onestà intellettuale" per indagare, a livello naturalmente politico, su eventuali inadeguatezze ed errori.