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Autista dà fuoco a un bus pieno di studenti

Autobus incendiato, slitta a luglio il processo all’attentatore Ousseynou Sy

Slitta a luglio il processo contro Ousseynou Sy, l’autista che il 20 marzo dello scorso anno dirottò un autobus a Crema, prendendo in ostaggio 51 ragazzini di una scuola media e tre adulti e dando poi fuoco al mezzo. Sy è imputato per strage aggravata dalle finalità terroristiche, sequestro di persona aggravato, incendio, resistenza e lesioni. Il giudice ha disposto una perizia psichiatrica per capire se è capace di intendere e di volere, ma la pandemia ha dilatato i tempi degli esami dei periti.
A cura di Francesco Loiacono
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Ousseynou Sy durante un'udienza del processo
Ousseynou Sy durante un'udienza del processo
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È slittata a luglio, in una data ancora da stabilire, la prossima udienza del processo contro Ousseynou Sy, l’autista che il 20 marzo del 2019 dirottò un autobus a Crema prendendo in ostaggio 51 ragazzini di una scuola media e tre tra insegnanti e bidelli. Sy è imputato per strage aggravata dalle finalità terroristiche, sequestro di persona aggravato, incendio, resistenza e lesioni ai danni di 17 bambini tra coloro che erano sul mezzo della società Autoguidovie che l'autista, quando venne braccato dai carabinieri all'altezza di San Donato Milanese, incendiò mentre alcuni dei passeggeri erano ancora all'interno. Fortunatamente nessuno morì, anche se gli studenti della scuola media Vailati di Crema involontari protagonisti della vicenda hanno vissuto uno stress e traumi che difficilmente potranno dimenticare. L'autista si è sempre difeso sostenendo di non voler compiere una strage, ma solo un atto dimostrativo contro le politiche degli Stati europei e dell'Italia in tema di immigrazione e per difendere i popoli africani: secondo gli inquirenti però l'uomo intendeva raggiungere l'aeroporto di Milano Linate per schiantarsi col bus pieno di bambini.

Il processo è iniziato lo scorso settembre: Sy rischia oltre 20 anni di carcere

Il processo a Sy è iniziato lo scorso settembre davanti alla Corte d'Assise, dove vengono giudicati i reati più gravi. Si svolge con rito ordinario, su esplicita richiesta dell'imputato che aveva detto di non aver scelto il rito abbreviato (che comporta lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna) perché non voleva sconti, né minimizzare l'accaduto. Durante le precedenti udienze era stata disposta una perizia psichiatrica per Sy, per accertare se fosse parzialmente incapace di intendere e di volere. I tre periti incaricati dal giudice Ilio Mannucci Pacini (due per l'accusa e uno per la difesa) avevano tempo fino al 4 maggio per depositare i risultati della perizia, ma l'insorgere della pandemia e il blocco, anche della giustizia, hanno dilatato i tempi. Il nuovo termine è stato fissato a luglio: in quella data si saprà se sarà riconosciuto un vizio parziale di mente a Sy, circostanza che potrebbe naturalmente influire pesantemente sull'esito del processo.

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