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Autismo, i ragazzi di Pizzaut ripartono con un food truck in attesa della loro pizzeria

Il Coronavirus e il lockdown hanno impedito ai ragazzi di “Pizzaut – Nutriamo l’inclusione” di inaugurare la loro pizzeria. La festa è rimandata, forse a settembre. Nel frattempo però il progetto di inserimento sociale e lavorativo che vede protagonisti alcuni ragazzi con autismo non si ferma: grazie a un food truck potranno sfornare le loro pizze in giro per la Lombardia.
A cura di Francesco Loiacono
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Il "PizzAutobus" dei ragazzi di Pizzaut (Foto: Nico Acampora)
Il "PizzAutobus" dei ragazzi di Pizzaut (Foto: Nico Acampora)

Avrebbero dovuto inaugurare la loro pizzeria il 2 aprile, Giornata mondiale della consapevolezza sull'autismo. Ma l'emergenza Covid-19 e il lockdown hanno ostacolato i ragazzi di "Pizzaut – Nutriamo l'inclusione", progetto sociale e lavorativo che mira proprio all'inserimento lavorativo di ragazzi autistici. "Abbiamo deciso però che non potevamo stare con le mani in mano – spiega a Fanpage.it Nico Acampora, papà di un ragazzino autistico e ideatore del progetto – e per questo abbiamo pensato di dotarci di un food truck". E così adesso, nei mesi che restano per attendere la nuova inaugurazione del loro locale, i ragazzi di Pizzaut sforneranno pizze a bordo del loro nuovo "PizzAutobus".

L'inaugurazione del 2 aprile è stata solo virtuale: appuntamento a settembre

Il 2 aprile abbiamo fatto una sorta di inaugurazione virtuale, chiedendo alle famiglie di condividere foto mentre preparavano delle pizze. Abbiamo avuto 1 milione di visualizzazioni e tremila famiglie ci hanno inviato le loro foto", racconta Acampora. "Con i lavori nel locale di Cassina de' Pecchi abbiamo avuto problemi importanti, perché la squadra di operai, che tra l'altro era bergamasca, ha dovuto smettere di lavorare, mentre lo studio di progettazione era di Codogno. L'inaugurazione non era possibile e in più al cantiere mancavano una decina di giorni di lavori". Il cantiere ha poi riaperto il 4 maggio, "ma abbiamo deciso di non aprire e rallentare la consegna perché non ce la sentivamo di aprire il ristorante con queste condizioni particolari". La nuova data per l'inaugurazione potrebbe essere a settembre: "Valuteremo le condizioni epidemiologiche, se rimangono queste organizzeremo l'inaugurazione, che deve essere una festa, non possiamo aprire Pizzaut in sordina".

L'idea di ripartire col food truck

"Rimandando l'apertura a settembre – spiega Acampora – abbiamo deciso che non potevamo stare con le mani in mano, soprattutto per i ragazzi. Matteo, il nostro pizzaiolo che io chiamo ‘il gigante buono', mi ha detto: ‘Sono un pizzaiolo fallito, ho imparato a fare le pizze e non apriremo più il ristorante'. Il lockdown è stato molto duro, ci sono arrivate moltissime segnalazioni di famiglie in crisi perché non si facevano sentire i servizi sociali o perché erano chiuse le terapie e i centri diurni. Allora – aggiunge Acampora – abbiamo pensato di dare uno stimolo anche di speranza ai nostri ragazzi". Attraverso Fondazione Comunità Milano e alcune aziende che hanno dato delle risorse per poter realizzare questo progetto, come la brianzola Steba e la Coop Lombardia che presto aprirà uno store ‘autismo-friendly' a Monza, si è pensato a un food truck, un camioncino su modello di tanti altri che portano lo street food sulle strade del nostro Paese. Tutto è stato studiato alla perfezione: "Abbiamo studiato come fare i movimenti con i ragazzi sul truck, come fare le pizze, abbiamo fatto dei disegni per terra su dove mettere i forni e poi abbiamo trovato questa azienda di Torino che l'ha realizzato per noi".

Tante le aziende che hanno già contattato i ragazzi per avere le loro pizze "da strada"

Il riscontro rispetto a questa nuova iniziativa di Pizzaut è stato come sempre molto positivo: "Siamo stati chiamati da aziende per la pausa pranzo di mezzogiorno, da privati, da un condominio che ci ha chiesto di andare da loro, abbiamo anche letto un bel post dell'assessore milanese Paolo Limonta. Un'azienda che mi ha chiamato mi ha detto che ci vogliono perché siamo l'esempio di un'impresa che sta dimostrando come ripartire, al di là dell'autismo". Per via delle tante richieste sarà necessario stilare un calendario per gestire i vari eventi: "Per il momento vorremmo rimanere tra Milano e la Brianza, anche se ci sono arrivate proposte da Bologna, da Mantova, perfino da Palermo. Durante il lockdown abbiamo parlato solo delle dimenticanze che ci sono state verso i ragazzi con autismo e disabili in generale – conclude Acampora -. Dare un segnale diverso di ripartenza con creatività ed entusiasmo sarebbe importante".

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