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Articolo del Codice penale tatuato sul petto, preso a Milano rapinatore ultras amico di “Diabolik”

L’articolo 628 del codice penale scritto sulla pelle, la passione per l’Inter, gli anni da ultras e l’amicizia con il leader degli “Irriducibili” laziali Fabrizio Piscitelli, noto come “Diabolik” e recentemente assassinato. I poliziotti del commissariato Comasina di Milano hanno arrestato Alfio M., il rapinatore seriale che da mesi colpiva le farmacie della zona armato di coltello. Ai poliziotti ha detto: “Questa è la mia vita”.
A cura di Salvatore Garzillo
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In mezzo al petto si è fatto tatuare "articolo 628 codice penale". Una scritta di dieci centimetri dedicata alla norma che punisce il reato di rapina. È uno dei segni particolari di Alfio M., un pluripregiudicato di 47 anni che il 23 agosto scorso è stato arrestato per quattro rapine commesse nei due mesi precedenti a Milano. Grande tifoso dell’Inter e frequentatore per anni della curva nerazzurra, è molto noto nella galassia ultras. Lo confermano fonti della Digos, lo certifica l’invito al matrimonio della figlia di Fabrizio "Diabolik" Piscitelli, il leader del gruppo laziale degli Irriducibili (gemellati con gli interisti), ucciso lo scorso 7 agosto con un colpo di pistola calibro 7,65 alla nuca sparato a distanza ravvicinata nel parco degli Acquedotti di Roma. Non parliamo di una festa qualunque, per Giorgia Piscitelli e marito era stato disposto un servizio di vigilanza privata con oltre 10 bodyguard piazzati agli ingressi della chiesa di Santa Maria in Aracoeli, sul colle del Campidoglio, e poi successivamente alla sala ricevimenti a Nepi, in provincia di Viterbo. Un matrimonio blindato, che si è celebrato solo un paio di settimane prima dell’agguato. È stato proprio Alfio M. a raccontare agli investigatori del commissariato Comasina che era tra gli ospiti, ha usato questo alibi per evitare che gli contestassero un’altra rapina. Un tentativo inutile perché le celle telefoniche hanno dimostrato che si trovava a Roma il giorno successivo al colpo. Una delle ipotesi, che non ha trovato ancora riscontro, è che la rapina servisse proprio per pagare l’imminente trasferta nella Capitale.

Tre colpi alla stessa farmacia

Il primo episodio risale alla tarda mattinata del 12 luglio, quando si è presentato alla farmacia “Lloyds” di via Angeloni con un coltello di venti centimetri. Si è fatto consegnare 200 euro contenuti nella cassa, ha preso i 300 nelle tasche del farmacista e i 500 custoditi nella cassaforte. Il 21 luglio ha scelto un negozio di articoli per bambini in via Astesani, dove con lo stesso modus operandi ha portato via i 225 euro del registratore di cassa. Il 19 agosto è tornato alla farmacia “Lloyds”, stavolta alle 17, puntando il coltello contro il dipendente ha preso 100 euro dalla cassa, due confezioni di medicinali del valore di 140 euro e un borsello con 686 euro. Non contento, per la gioia degli investigatori che analizzano i dati dei crimini seriali, il 23 agosto è tornato ancora alla farmacia: bottino da 350 euro.

Viveva nella propria Mercedes

I poliziotti del commissariato di Comasina, diretti da Antonio d’Urso, si sono concentrati sulle immagini delle telecamere di sorveglianza, una volta individuato lo hanno pedinato a lungo e in due occasioni hanno "rischiato" di catturarlo in flagranza ma poi è stato perso di vista. Intanto hanno raccolto tutti i dati per consentire al pubblico ministero di emettere un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Il rapinatore è stato individuato il 23 agosto, quando ha visto gli agenti ha tentato di scappare a bordo della propria Mercedes classe B, la vettura che usava come casa non avendo un appartamento. Sotto al sedile aveva nascosto il coltello usato per le rapine. Solo in commissariato, al momento della foto segnaletica, il 47enne si è tolto la maglia mostrando il tatuaggio. Gli hanno chiesto il motivo di quell’insolita scritta con l’articolo del Codice, lui ha risposto senza esitazione: “Perché questa è la mia vita”.

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